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comitato sicurezza

Follia all’ufficio Anagrafe, non gli danno la cittadinanza e spacca tutto

Pubblicato il 13 Dicembre, 2021

Terrore nell’ufficio anagrafe del Comune di Lecce nella mattinata di oggi. Un ragazzo di 25 anni, di origini brindisine, ha chiesto il trasferimento di residenza nella casa comunale leccese, non avendo fissa dimora. La funzionaria dell’ufficio anagrafe, però, non essendoci i requisiti, non ha potuto far altro che dirgli di no. A quel punto il 25enne non ci ha visto più e si è lasciato andare ad un vero e proprio raptus di rabbia. Il ragazzo, infatti, ha fatto a pezzi un computer dell’ufficio e poi ha sbattuto il cellulare della dipendente contro il muro. Il tutto condito da urla e insulti
La funzionaria, ora, deciderà se denunciare o meno l’uomo.

Scosso da quanto accaduto, l’assessore ai servizi demografici del comune di Lecce, Sergio Signore, ha commentato così l’episodio. “Ci vuole rispetto verso chi lavora agli sportelli dell’Ufficio anagrafe e a tutti gli sportelli della pubblica amministrazione, perché assicura a tutti i cittadini di poter avere informazioni, sostegno, aiuto, indicazioni. Dopo questo episodio inqualificabile voglio portare la mia solidarietà alla dipendente che ha subito questa vile aggressione e ringraziare lei e tutto il personale dell’Anagrafe, che lavora ogni giorno ormai da tempo in una situazione difficile, con impegno e abnegazione. Il caso che si è verificato oggi non è dovuto in nessun modo a ritardi nel disbrigo di alcuna pratica ma è semplicemente dovuto alla maleducazione e al disprezzo verso chi lavora da parte di un singolo utente contro il quale giustamente è stata sporta denuncia . In un clima di difficoltà, purtroppo, c’è anche chi si permette comportamenti violenti, forse incoraggiato da un clima di pregiudizio e sospetto che alcuni alimentano sui social e che invece non ha nessun motivo d’essere. I dipendenti comunali, in particolare a Lecce, lavorano con spirito di sacrificio e senza risparmio in una situazione che li vede in numero pari alla metà di quanto previsto dal fabbisogno della pianta organica. Serve collaborazione e rispetto, non certo pregiudizi e violenza”.

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