Riavviare gli investimenti, dopo aver retto la crisi di questi ultimi tempi. Questo il consiglio della Fondazione Aristide Merloni che ha presentato, come ogni anno, la classifica delle imprese marchigiane, che rischiano, con i nuovi processi di globalizzazione, la digitalizzazione e i doveri verso la sostenibilità ambientale, di rimanere indietro. L’altro problema è quello di sempre: passare dalla gestione familiare e artigiana a un modello organizzativo più avanzato, non è semplice.
E poi sono necessari “nuovi indirizzi e nuovi strumenti di politica industriale, che tengano in adeguata considerazione sia gli interventi verso l’imprenditorialità e le piccole imprese sia i problemi e le esigenze delle medie e grandi imprese, valorizzandone il diverso ruolo in un’ottica di filiera e di complementarità”, così il Rapporto.
Cambiare è innovare, si hanno bisogno di strumenti a medio-lungo termine, pena la sopravvivenza stessa (e infatti molte aziende straniere hanno fatto acquisti nelle Marche e non viceversa). Ariston Thermo Group, Tod’s, Conad Adriatico, Magazzini Gabrielli, Biesse, nell’ordine, sono al top della classifica della Fondazione.
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