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“Forse è giusto così”, il primo album dei Balto (INTERVISTA)

“Forse è giusto così”, il primo album della band bolognese Balto esce oggi, venerdì 21 gennaio 2022, per Pioggia Rossa Dischi in collaborazione con Schiuma Dischi.

Pubblicato il 21 Gennaio, 2022

“Forse è giusto così”, il primo album della band bolognese Balto esce oggi, venerdì 21 gennaio 2022, per Pioggia Rossa Dischi in collaborazione con Schiuma Dischi.

I portici di Bologna e gli spaghetti alle vongole sul lungomare di Rimini, Murakami, i treni regionali.
I Balto raccontano la vita universitaria, le difficoltà e le incertezze di un futuro prossimo che sembra aver dimenticato di sorridere, la vita dentro le proprie camere in affitto, le paure protette dai portici del capoluogo emiliano.

I Balto sono Andrea Zanni, Manolo Liuzzi, Alberto Piccioni e Marco Villa.I testi sono di Andrea Zanni, la musica dei Balto. Il progetto grafico delle copertine dei singoli e del disco è stato realizzato da Manolo Liuzzi.

Copertina “Forse è giusto così”

Abbiamo ascoltato il loro primo disco “Forse giusto così”, composto da nove tracce, atmosfere pop fresche mai banali che ti tengono incollato all’ascolto ma difficilmente incollato alla sedia.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i ragazzi per farci raccontare il disco e non solo.

Bologna ha avuto e possiamo dire ha tutt’oggi un ruolo centrale nelle vostre vite. Come e quando è entrata a far parte di voi e come vi siete lasciati attraversare da essa.

Ci siamo trasferiti a Bologna per l’università e questo momento ha anche coinciso con l’inizio del percorso come Balto. Abbiamo cercato di viverla completamente facendoci regalare tutto quello che Bologna può dare. Tornare a casa, la notte, sotto i portici e raccontarsi che tutto può andare meglio, scrivere una canzone, condividerla coi propri compagni. Bologna permette di sentire sensazioni che altrove sarebbe impossibile provare.

“Forse è giusto così” è il titolo del vostro primo album. Leggendo questo titolo si può pensare a un certo stato di rassegnazione invece non è così. Ci raccontate il filo conduttore dell’album.

Il titolo è stato scelto appena chiuso il disco, appena prima dell’arrivo del Covid. Ci siamo sempre immaginati una zattera che è costretta a cercare di galleggiare in un mare scosso, in cui possiamo solamente dare una direzione generale, alle nostre rotte, ai nostri percorsi, ma è importante saper accettare che le cose non vanno sempre come vorremmo, e questa per noi non è rassegnazione ma anche una sorta di crescita. Scrivere questo disco ci ha fatto sicuramente maturare come persone e come aspiranti musicisti.

I tre singoli che hanno accompagnato l’uscita del disco sono “Quella tua voglia di restare”, “Preghiera della sera” e “Mac Baren”. Come mai avete scelto proprio questi tre?

Per noi ogni canzone ha un proprio valore e un proprio racconto: è stata una scelta fatta insieme ai ragazzi di Pioggia Rossa Dischi e Schiuma dischi, che ci hanno sempre sostenuto e coi quali abbiamo costruito questo percorso insieme.


Nel brano “Le giornate da morire” c’è il feat con Riccardo Taffelli dei Cara Calma. Come è nato questo incontro?

È nato da un’amicizia sbocciata su qualche palco che abbiamo convidiso. Poi una sera, dopo una loro data a Bologna, abbiamo alzato un po’ troppo i gomiti e gli abbiamo chiesto se avessero voglia di mettere le voci in una nostra canzone. Sono stati entusiasti fin da subito e noi super contenti. Abbiamo siglato tutto ufficialmente su un loro CD, quella notte. È stato molto bello e formativo.

Il disco stato registrato fra settembre 2019 e febbraio 2020 al Natural Head Quarter studio di Ferrara, prodotto da voi e Manuele Fusaroli (produttore di Zen Circus, Le luci della centrale elettrica, Management, Bugo, giusto per citarne alcuni) insieme a Michele Guberti. Quando avete conosciuto Manuele e Michele? Come hanno influenzato questo vostro lavoro?

Michele è un bravissimo produttore ferrarese col quale avevamo collaborato per “E’ tutto normale-2017”, mentre Manu è una pietra miliare dell’indierock anni 00/10 che abbiamo conosciuto per via di Alka Record Label, nostra ex etichetta di Ferrara. Hanno tirato fuori il meglio ed il peggio di noi, in quel periodo. Manu sa perfettamente riconoscere quando un brano non va toccato e quando va distrutto e ricostruito da zero, è molto rispettoso della creatività degli artisti e lavorare con lui è stato davvero un formativo. Una volta ricordo che non si è presentato in studio per quasi tutto il giorno, faceva giardinaggio, salvo poi entrare 10 minuti, togliere 4 battute di batteria e uscire. In quel momento l’abbiamo odiato, ma aveva svoltato la canzone, ce ne siamo resi conto giorni dopo.

Grazie a Fusaroli avete conosciuto gli Zen Circus e avete aperto il loro concerto al Balena Festival di Genova. Che emozione è stata? Quali sono le altre band o artisti di cui vi piacerebbe aprire un concerto?

Sì, il live è stato organizzato dal Balena Festival di Genova che ringraziamo per averci chiamato. Ovviamente è stato incredibile, anche perché non suonavamo da tantissimo tempo e tornare in una location del genere per un evento del genere è stato il massimo. Obbiettivo 2022, aprire un concerto dei Wombats.

Cosa aspetta i Balto nel 2022? Dove possiamo seguirvi per rimanere sempre aggiornati?

Speriamo di poter suonare tanto, questo disco ha voglia di live e noi ancora di più. Potete seguirci su Facebook,
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Intervista a cura di Rossella Vetrano

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