[FOTO] Vertenza lavoratori Almaviva, sit-in questa mattina in Prefettura a Catania: “Non abbiamo intenzione di arrenderci”

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Una commessa assegnata nel periodo della pandemia da Covid e in seguito il figurare come esuberi. Si può sintetizzare così il leti motiv del sit-in di protesta che c’è stato questa mattina di fronte alla Prefettura di Catania da parte dei dipendenti di Almaviva, società che gestisce call center.

La vertenza è livello regionale e riguarda in tutto 450 lavoratori dei quali 200 che rischiano il posto nel capoluogo etneo. Il sit-in è stato organizzato dalle sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc e ha origine nel passaggio alla commessa del Ministero della Salute, la linea 1.500, istituita nel periodo della pandemia da Covid e gestita dalla Vodafone.

Con il passare dell’emergenza le commesse si sono ridotte e ai dipendenti è giunta la notizia che al momento della scadenza, fissata per il prossimo 31 dicembre 2022, essi saranno esuberi e non potranno più passare ad altri servizi ritrovandosi così per strada. Nell’ambito del ritorno alla commessa d’origine, che li ha poi classificati come esuberi, i lavoratori hanno ammortizzatori che toccano punte massime del 95 % e che scadrà il prossimo mese di febbraio del 2023. Tania D’Agostino, segretaria organizzativa della Fistel Cisl Sicilia, ha spiegato telefonicamente a noi l’evolversi della vicenda sottolineando come si stia cercando di affrontare la questione con il coinvolgimento del governo nazionale.

Abbiamo incontrato questa mattina – ha detto la D’Agostino – il viceprefetto Antonio Gullì al quale abbiamo chiesto se potrà intervenire con il governo nazionale, nello specifico con i Ministeri del Lavoro, delle Imprese e del Made in Italy e della Salute per la riapertura del tavolo di crisi con Almaviva. Aspettiamo quindi la convocazione da parte di questi Ministeri e noi dei sindacati chiediamo soluzioni per le quali vogliamo essere coinvolti. Non abbiamo intenzione di arrenderci e da oggi partono le nostre azioni di lotta perché tutti questi lavoratori che hanno prestato servizio in un periodo delicato come quello della pandemia non possono essere lasciati per strada con le loro famiglie da mantenere”.

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Giuliano Spina - Catania

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