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Francesco Agati: realizzare il grande porto internazionale del Libero Consorzio di Caltanissetta a Gela, in Contrada Bulala

Pubblicato il 10 Aprile, 2021

“A causa delle scarse infrastrutture e degli elevati costi di trasporto, i cittadini siciliani sono costretti a pagare 6,54 miliardi annui, circa il 7,4% del PIL della regione. Senza il Ponte di Messina non arriverà mai l’alta velocità, l’autostrada, l’ambizioso progetto del “Grande Porto del Libero Consorzio di Caltanissetta, a Gela” che sfrutterà la posizione di Gela e della sua piana, la seconda più estesa della Sicilia.

Il Ponte è l’unico modo per fare uscire dall’isolamento l’ex Provincia di Caltanissetta e la decadente Gela.
Si ipotizza una soluzione a campata unica di 3.300 metri, facendo così del Ponte di Messina il più lungo al mondo.

Tematiche legate ai sismi, alle vibrazioni, alle sollecitazioni del vento, rendono la sfida del Ponte sullo Stretto una delle più difficili mai affrontate dall’ingegneria moderna.

Senza il Ponte sullo Stretto di Messina non saranno mai realizzate infrastrutture in Sicilia. Il ponte può fungere da traino per la realizzazione altre opere infrastrutturali; permetterà la realizzazione di un polo della logistica a Gela. É un opera vitale per lo sviluppo della Sicilia.

L’Europa ha bisogno di un Grande polo della logistica e considerata la nostra ubicazione geo-politica, Gela è perfetta. La zona che ho individuato per il grande porto del Libero Consorzio di Caltanissetta è C.da Bulala, ci sono gli spazi a terra, una discreta ramificazione di strade, autostrade da terminare, ferrovia. Il contesto è perfetto per la logistica e intermodalità.

Oggi tutti gli abitanti del Libero Consorzio di Caltanissetta hanno l’obbligo di rivendicare al governo nazionale e europeo la realizzazione di un polo logistico di sviluppo nel Sud d’Europa, come partecipazione attiva, organica a un equilibrato sviluppo di tutto il continente.

La Logistica in Germania occupa 2.600.000 persone, in Italia poco più di 500.000. Da considerare che le attività legate ad un porto danno lavoro a centinaia di migliaia di persone. L’Europa ha bisogno di un grande polo al centro del mediterraneo per avere due punti di riferimento: uno situato nel nord d’Europa, Rotterdam, l’altro in Sicilia, a Gela.

 Il Porto di Gela, ubicato in posizione strategica nel Mediterraneo, grazie alla sua equidistanza dal Canale di Suez e dallo Stretto di Gibilterra, svolge un ruolo chiave nell’ambito dei traffici che seguono le direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest.

Un insieme di opere portuali, realizzate nella parte rientrante del Golfo di Gela, possono essere così suddivise: a) Porto Isola e annessa b) Diga Foranea.

a) Il Porto Isola (Categoria II – III Classe), realizzato nel 1963/64 nello specchio acqueo antistante lo stabilimento petrolchimico di Gela (oggi Ex Raffineria di Gela-gruppo Eni), con finalità di tipo industriale e commerciale. É costituito da un pontile principale collegato alla terraferma, dal quale si diparte un pontiletto per la movimentazione di liquidi, da una diga foranea del tipo a parete verticale, staccata di circa 200 metri dalla testata del pontile. Negli anni Ottanta era il sesto porto siciliano per tonnellate di merci movimentate. Si può utilizzare immediatamente posizionando delle piattaforme galleggianti.

Il Pontile Principale (Lat. 37o 01.8 N – Long. 014o 15.2 E), radicato di fronte allo stabilimento petrolchimico, è destinato alla movimentazione di prodotti solidi connessi con le attività dello Stabilimento e dei privati (carbone, cereali, politene, fertilizzanti ecc.).

Il Pontiletto (Lat. 37o 02.5 N – Long. 014o 15.6 E), veniva utilizzato per la movimentazione a mezzo di linee correnti di prodotti quali (Acrilonitrile, Soda Liquida, Strema Benzoico, Olio Fok, Metanolo, Ammoniaca).

b) Diga Foranea composta da 3 segmenti formanti, un’opera della lunghezza complessiva di 1200 metri, che funge da fronte di protezione e viene destinata prevalentemente alla movimentazione di prodotti petroliferi (greggio, benzine, propano liquido e altri).

Questo pontile utilizzabile, dopo le dovute poco esose modifiche, può permettere da subito di commercializzare con i paesi ricchi del nord Africa, quali Emirati Arabi Uniti, e dare lavoro a settemila persone tra diretto e indotto. Con le infrastrutture e il polo della logistica a Gela, (di cui ha bisogno l’Europa), la città entro un decennio diventerebbe la quarta città della Sicilia per numero di abitanti, sostanzialmente pure gli immobili quali terreni, appartamenti, ville, magazzini, capannoni, avrebbero grossi valori di mercato perché diventerebbero beni di primaria necessità, sorretti dalla domanda che andrebbe a sopperire l’offerta, oggi non è così.

La città dalle mille potenzialità, e dalle mille contraddizioni è in declino”.

Ing. Francesco Agati

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