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Francia, svolta storica: ogni atto sessuale senza consenso è stupro per legge

Pubblicato il 31 Ottobre 2025

Una rivoluzione nel diritto e nella cultura del consenso

Con la nuova legge sullo stupro, la Francia cambia radicalmente prospettiva: basta l’assenza di consenso per configurare la violenza sessuale. Un passo che mette al centro la libertà, l’ascolto e l’autodeterminazione, segnando una rottura profonda con la visione tradizionale che legava lo stupro all’uso della forza.

La frase destinata a entrare nella storia del diritto francese è chiara: “Ogni atto sessuale senza consenso è violenza”. Un principio semplice ma rivoluzionario, che ridefinisce la libertà sessuale come presenza attiva di un sì, e non più come assenza di costrizione.

Una legge nata dal dolore: il caso di Gisèle Pelicot

Dietro questa svolta non c’è solo un dibattito teorico, ma una storia reale e sconvolgente. Quella di Gisèle Pelicot, donna francese drogata, abusata e filmata dal marito per anni, mentre altri uomini la violentavano nel sonno. Un inferno che, per la legge dell’epoca, non bastava a configurare uno stupro, poiché mancava “la prova della coercizione fisica”.

Quel verdetto, ingiusto e disumano, ha scosso la Francia e acceso un dibattito profondo sulla necessità di cambiare la legge. Da allora, la vicenda Pelicot è diventata simbolo di una battaglia di civiltà, culminata oggi in una riforma che rimette al centro la parola “consenso”.

Il consenso al centro: libero, esplicito e revocabile

La nuova norma definisce il consenso come “una manifestazione libera, specifica, informata e revocabile della volontà di partecipare a un atto sessuale”.
Quattro parole chiave delineano il cuore della riforma:

  • Libera, perché nessuna minaccia o pressione può rendere valido un sì.
  • Esplicita, perché il silenzio o l’immobilità non sono consenso.
  • Informata, perché deve esserci piena consapevolezza dell’atto.
  • Revocabile, perché ogni persona può cambiare idea in qualsiasi momento.

Come ha dichiarato la deputata ecologista Marie-Charlotte Garin, una delle promotrici: “Quando non dici di sì, è no. L’unico sì che vale è un sì libero”.

Una riforma culturale prima ancora che giuridica

Per il ministro della Giustizia Éric Dupond-Moretti, questa legge rappresenta “un progresso culturale prima ancora che legale”.
Infatti, la riforma non si limita a modificare il Codice penale, ma cambia il modo in cui la società francese concepisce il corpo, la libertà e il rispetto.

Finora lo stupro era riconosciuto solo in presenza di violenza, minaccia o coercizione. Da oggi, il fulcro è la volontà, ovvero la possibilità di scegliere e di revocare quella scelta. È una rivoluzione del diritto, ma anche della coscienza collettiva: dalla forza alla libertà, dalla costrizione al rispetto reciproco.

“No significa no”, ma serve anche un “sì”

Il principio cardine della riforma può riassumersi in un concetto tanto semplice quanto rivoluzionario: “No significa no”.
Ma la nuova legge va oltre: non basta negare, serve affermare. Serve cioè un “sì” chiaro, presente, consapevole.

Questo perché molte vittime non riescono a dire no, paralizzate dalla paura o dalla vergogna. Ora, quel silenzio non potrà più essere interpretato come consenso.
È un passo fondamentale verso una società che riconosce la complessità della violenza e la centralità della libertà personale.

L’Italia e l’Europa: due modelli a confronto

Mentre la Francia compie questo passo storico, l’Europa si divide. Spagna, Svezia, Danimarca, Belgio, Germania e Grecia hanno già leggi basate sul principio del consenso, seguendo il modello del “solo sì è sì”.

L’Italia, invece, è ferma al 1996. L’articolo 609-bis del Codice penale considera stupro solo l’atto sessuale imposto “con violenza o minaccia”. Il consenso non è menzionato, e ciò lascia zone grigie e margini di interpretazione.

Proposte di riforma sono state presentate – tra cui quelle di Valeria Valente e Laura Boldrini – ma nessuna è mai arrivata all’approvazione, frenata da resistenze politiche e timori legati alla prova del consenso.

Questo divario non è solo giuridico, ma profondamente culturale: tra chi fonda la giustizia sull’autodeterminazione e chi la ancora ancora al concetto di forza.

Una nuova idea di libertà

Con la legge appena approvata, la Francia lancia un messaggio chiaro: la libertà sessuale è il diritto di scegliere, non di subire.
Un “sì” consapevole diventa la base della relazione, un “no” inequivocabile diventa legge.
Una rivoluzione che non parla solo di diritto, ma di dignità, rispetto e umanità.

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