Pubblicato il 27 Maggio 2024
Lo scorso aprile Piero Fassino fu accusato di aver rubato un profumo in un duty free all’aeroporto di Roma, un episodio che suscitò molto scalpore considerando la notorietà del personaggio. Il politico, indagato, fa leva sulla tenuità del fatto, vale a dire il furto di una boccetta di Chanel di 130 euro che in ogni caso non avrebbe comportato un danno eccessivo della società che gestisce il duty free all’aeroporto di Fiumicino.
Tuttavia nei confronti di Fassino pesa l’aggravante della reiterazione, poiché a quanto pare il politico ha questo “vizietto” e sarebbe stato beccato altre volte con prodotti non pagati, venendo poi costretto a saldare il conto.
Faccenda chiusa con un risarcimento?
Se le altre volte i responsabili del duty free erano passati sopra sul “vizietto” del politico, questa volta la Procura di Civitavecchia ha deciso di proseguire le indagini. A quanto pare ci sono altri due precedenti di tentativo furto nel negozio da parte di Fassino che, scoperto, ha poi saldato. Intanto sembra che i suoi avvocati stanno lavorando ad una trattativa per far ritirare la denuncia, senza andare a giudizio, in cambio del risarcimento del danno.
Il presunto accordo, come riportato dal Corriere, al momento non è stato smentito da Francesca Tolentino, rappresentante legale dell’impresa che gestisce il punto vendita nell’aeroporto di Fiumicino. In ogni caso non è stata fornita l’eventuale cifra che Fassino sarebbe disposto a pagare per chiudere la questione sotto banco e senza finire in tribunale.
A quanto pare Fassino, una volta sorpreso col profumo, per chiudere la vicenda e dimostrare la sua buona fede si sarebbe offerto di pagarlo il doppio. Come ha scritto la giornalista Ilaria Sacchettoni, ora che il caso è esploso in tutta la sua gravità, difficilmente Fassino se la caverà con una cifra simbolica di 260 euro.

