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Gallarate

Gallarate: l’allenatore avversario lo chiama “negretto” e i compagni lasciano il campo

Pubblicato il 17 Ottobre, 2022

Gli Allievi del Cas Sacconago (quartiere di Busto Arsizio, centro in provincia di Varese) sono usciti dal campo ieri, prima del fischio finale, per solidarietà nei confronti di un ragazzo di origine marocchina di 16 anni che sarebbe stato chiamato “negretto” dall’allenatore del Gallarate, la squadra avversaria.

Il fatto è successo nelle battute conclusive del match di calcio degli Allievi provinciali tra Gallarate e Cas.

La squadra di casa stava conducendo 3-1 e mancava pochissimo alla fine quando, raccontano i dirigenti del Cas, l’allenatore del Gallarate avrebbe apostrofato col termine “negretto” un ragazzo della squadra ospite.

Il ragazzo si è offeso, ne è scaturito un momento di tensione al termine del quale l’allenatore gallaratese è stato espulso.

“A quel punto la partita è passata decisamente in secondo piano – ha spiegato Massimo Di Cello, tecnico del Cas -. Tutta la nostra squadra, per solidarizzare col nostro ragazzo, ha deciso di uscire dal campo. Abbiamo voluto dare un segnale perché reputiamo molto brutto ciò che è successo. Speriamo che la Federazione prenda provvedimenti”.

“Se qualcuno ha sbagliato – ha sostenuto il presidente del Gallarate – pagherà, ma questo verrà stabilito solo dal referto dell’arbitro e dai comunicati federali. Per noi conta questo. Il resto lascia il tempo che trova”.

Il presidente non ha voluto entrare nel merito dell’epiteto che sarebbe stato proferito dall’allenatore del Gallarate: “Ribadisco che per noi vale quello che emergerà dai comunicati della Federazione. Se qualcuno ha sbagliato pagherà, chiunque egli sia. Per il resto, ognuno può dire quello che vuole. Noi ci atteniamo alle decisioni ufficiali”.

Per il Cas gli aspetti legali non sono importanti: “Ci interessa solo che il loro mister si scusi col nostro giocatore – sottolinea l’allenatore – Per ora non abbiamo ricevuto scuse da parte di nessuno. Non ci interessa avere eventualmente la vittoria a tavolino, anzi se ci assegnassero i tre punti preferiremmo non accettarli”.

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