Il gattino massacrato domenica scorsa, 13 marzo, e l’indignazione di tutta la città e la comunità leccese. Il giorno dopo viene ritrovato dalle forze dell’ordine e costretto a TSO, ma il 30enne sloveno senza fissa dimora non era ancora stanco di finire agli onori (o per meglio dire ai disonori) della cronaca per azioni di certo di cui non si può andare fieri. Dopo l’inspiegabile e assurdo gesto del massacro e dell’assassinio senza pietà del povero gattino nel centro storico di Lecce ed in pieno giorno, il clochard di origine slovena è stato ricoverato in Ospedale nel reparto di psichiatria. Ed è qui che, ieri mattina, si è reso protagonista di un altro episodio violento.
Il 30enne, infatti, avrebbe aggredito per futili motivi un medico di turno ed un infermiere 43enne che lavorano all’interno del reparto di psichiatria dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove si trova attualmente ricoverato. L’infermiere 43enne, per colpa dell’aggressione, ha riportato anche delle lesioni alla testa, giudicate guaribili in 5 giorni. Sul posto per riportare la calma si è reso necessario l’intervento dei carabinieri. Dopo l’episodio del gattino massacrato senza una ragione e senza un minimo di compassione, quindi, il 30enne di origini slovene si è reso protagonista di un altro episodio di violenza cieca e priva di apparenti validi motivi. Due episodi che confermano la natura e la pericolosità del soggetto, al di là di evidenti problemi psichici.
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