Pubblicato il 26 Maggio 2025
Verso una tregua? Trump pronto ad annunciare l’intesa
Immagine di repertorio
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potrebbe annunciare entro la settimana un cessate il fuoco a Gaza, in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas dal 7 ottobre 2023. La possibile svolta arriva dopo i presunti progressi compiuti dal piano negoziato dall’inviato speciale Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff.
L’accordo: ostaggi per tregua di 60 giorni
Secondo l’agenzia egiziana Al-Ghad, l’intesa prevedrebbe la liberazione di 10 ostaggi in vita e la restituzione di 16 corpi, in cambio di una tregua di 60 giorni. Inoltre, Hamas avrebbe avanzato una richiesta aggiuntiva significativa: la liberazione di tutti i palestinesi originari della Striscia detenuti da Israele, sia prima che dopo l’attacco dello scorso ottobre.
Sky News Arabia riporta che l’accordo potrebbe portare alla sospensione dei bombardamenti israeliani, i quali nelle ultime ore hanno causato 33 morti tra i rifugiati nella scuola Fahmi Al-Jarjawi a Gaza City, molti dei quali bambini.
Il massacro nella scuola: le versioni opposte
Secondo l’agenzia palestinese Wafa, l’attacco israeliano alla scuola si è trasformato in “un orribile massacro”. Le tende civili sono state incendiate, provocando morti tra persone arse vive.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno invece dichiarato che l’obiettivo non era una scuola, ma un centro operativo di Hamas, usato per pianificare e coordinare attacchi. L’esercito ha anche affermato di aver adottato misure per limitare le vittime civili, come l’uso di munizioni di precisione e sistemi di sorveglianza aerea.
Secondo fonti militari, nelle ultime 48 ore oltre 200 obiettivi sono stati colpiti nell’ambito dell’operazione Carri di Gedeone, tra cui miliziani di Hamas, tunnel e depositi d’armi. Tra le vittime civili, anche la famiglia della pediatra Alaa al Najjar, dell’ospedale Nasser di Khan Yunis: nove dei suoi dieci figli sono morti in un raid.
Pressioni Usa su Israele: Trump vuole chiudere il conflitto
Un eventuale accordo rappresenterebbe una vittoria diplomatica per Donald Trump, che secondo il quotidiano israeliano Haaretz starebbe esercitando forti pressioni su Israele per fermare la guerra a Gaza.
Un “messaggio chiaro” sarebbe stato trasmesso dall’inviato Witkoff al ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer durante un incontro a Roma, a margine dei colloqui Usa-Iran sul nucleare. Fonti vicine a Dermer e all’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu non hanno rilasciato commenti.
Intanto, una delegazione israeliana si trova oggi al Cairo per proseguire i negoziati in vista della liberazione degli ostaggi ancora detenuti e per discutere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, come riferito da Al-Hadath.
La pressione dell’opinione pubblica e delle famiglie
A crescere non è solo la pressione internazionale, ma anche quella interna al governo Netanyahu. Le famiglie degli ostaggi ancora prigionieri a Gaza – 58 in totale, di cui circa 20 in vita – chiedono a gran voce la fine del conflitto.
Si sono ritrovati nuovamente nella Piazza degli ostaggi di Tel Aviv, luogo simbolo delle proteste settimanali, chiedendo un accordo immediato per il ritorno dei loro cari. Alcuni di loro parlano di una prigionia che si sta avvicinando all’“inimmaginabile” durata di 600 giorni.
L’eventuale accordo rappresenterebbe una svolta cruciale nel conflitto israelo-palestinese, anche se restano numerose incognite sul suo esito e sulla volontà delle parti di rispettare davvero gli impegni.

