Pubblicato il 19 Dicembre 2024
“Ero stanco, ho avuto un colpo di sonno a causa dell’iperlavoro”. Così il portuale che ha travolto e ucciso il collega Gianni Battista Macciò all’interno dello scalo di Genova.
Lo ha fatto sapere attraverso il suo avvocato Paolo Scovazzi.
“Sono distrutto per quello che è successo. L’altro collega (rimasto ferito, ndr) è come un fratello”, ha aggiunto l’autista della ralla.
“Ho fumato una canna uno o due giorni prima dell’incidente ma solo perché non riuscivo a dormire”, ha anche ammesso.
Il 54enne era risultato positivo alle cannabinoidi ma non era in stato di alterazione. E’ stato sottoposto a un secondo test e si attendono gli ulteriori esami. Era negativo all’alcol test.
Gli esami sono stati fatti nell’ospedale Galliera. Dalle indagini tra l’altro è emerso che non era al telefono. Gli inquirenti stanno cercando di capire come mai il conducente della ralla abbia fatto quella manovra definita “anomala”.
Oltre alle immagini di videosorveglianza che hanno ripreso la tragedia, gli inquirenti hanno anche prelevato le immagini dei giorni precedenti per capire se fosse una prassi fare quella inversione.
Secondo quanto ricostruito la ralla ha fatto una inversione a U ma, invece di andare dritto, ha sterzato finendo contro un’altra ralla ferma schiacciando Macciò che era a terra e stava controllando un container.
Sono stati acquisiti anche i documenti relativi allo stato di servizio dell’investitore e alle verifiche periodiche dell’idoneità.