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Gino Cecchettin pubblica il libro “Cara Giulia” dedicato alla figlia trucidata da Turetta: “Così faccio più rumore possibile”

Pubblicato il 7 Febbraio 2024

Pochi giorni fa è stata consegnata la laurea di Giulia Cecchettin alla famiglia Cecchettin, mentre in provincia di Latina una 16enne ha confessato lo stupro dell’ex fidanzato proprio in un tema incentrato sulla morte di Giulia Cecchettin. Segnali evidenti che dimostrano di quanto sia ancora forte l’effetto Giulia Cecchettin, che ha spronato molte donne a denunciare le violenze subite da fidanzati, mariti ed ex dopo la tragica morte della 22enne per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta.

Per continuare a tenere viva la memoria di Giulia Cecchettin il padre, Gino, ha scritto un libro intitolato “Cara Giulia” che uscirà nelle librerie il prossimo 2024 con Rizzoli. Il libro, scritto con Marco Franzoso, fa parte di un ampio progetto per raccogliere fondi a sostegno delle vittime di violenza di genere ed è una lettera a cuore aperto che Gino Cecchettin ha scritto alla figlia, interrogandosi sulle radici profonde della cultura patriarcale della società moderna.

Le parole di Gino Cecchettin: “Sei ormai la Giulia di tutti”

Gino Cecchettin ha deciso di fare della figlia un simbolo contro la violenza di genere e ha scritto queste parole: “Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico. Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande”.

Gino Cecchettin ha poi spiegato come è nata l’idea di scrivere un libro: “Provo ad analizzare dove abbiamo sbagliato, soprattutto noi genitori, padri e madri, dove siamo stati poco presenti e non siamo riusciti a educare i figli all’amore, al rispetto, alla comprensione, ma li abbiamo forse educati a una modalità di vita incentrata sul possesso”.

“Faccio più rumore possibile”

“Questo sto cercando di fare con tutte le mie forze – ha aggiunto – e questo credo sia il modo migliore per reagire a quanto è successo, facendo più rumore possibile, per parlare agli altri genitori e alla generazione dei figli”. Cecchettin ha fatto riferimento alle parole della figlia Elena, che invece del minuto di silenzio ha invitato a fare rumore per contrastare la violenza sulle donne. Appello che è stato accolto da centinaia di studenti che sono scesi in piazza facendo un rumore assordante pochi giorni dopo la morte di Giulia.

Federica Magro, direttrice editoriale di Rizzoli, ha osservato: “Nel nostro Paese la riflessione comune intorno al tragico tema della violenza di genere si fa sempre più urgente, per ripensarci compiutamente come società civile. Per questo la Rizzoli, che ha fatto del suo Dna il dar voce agli autori che hanno stimolato o arricchito il dibattito pubblico sui grandi temi del presente, è molto grata – e lo sono anche personalmente come cittadina – a Gino Cecchettin per essere intervenuto sul tema della violenza di genere con una riflessione lucida e preziosa, chiave di un cambiamento necessario”.