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Gino Cecchettin

Gino Cecchettin risponde ai giovani che esaltano Filippo Turetta: “Parliamone, ma guardate la realtà”

Pubblicato il 7 Maggio 2025

Un altro caso di esaltazione del femminicida di Giulia

Non è la prima volta che alcuni giovani inneggiano a Filippo Turetta, il 22enne attualmente detenuto per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Ma stavolta il padre della ragazza, Gino Cecchettin, ha deciso di intervenire pubblicamente, con la sua consueta fermezza e dignità, priva di rancore ma carica di significato.

“Vorrei parlare con chi ha detto ‘capisco Turetta’ e che lo definisce ‘un modello da seguire’”, ha affermato, riferendosi al caso di un 19enne arrestato a Busto Arsizio (provincia di Varese) il 22 aprile scorso per stalking e minacce gravi alla ex fidanzata.

Messaggi inquietanti e minacce di morte

Il giovane, dopo la fine della relazione sentimentale, ha iniziato a inviare messaggi minacciosi e ossessivi alla sua ex. Tra questi, frasi agghiaccianti come:

“Sia chiaro, tu muori. Magari tra vent’anni, ma ti ammazzo. Oggi non ne esci viva.”

E ancora, il riferimento diretto al femminicidio di Giulia:

“Comprendo perché tanti ragazzi, come Filippo Turetta, arrivano a compiere certe azioni. Non giustifico il gesto, ma ne capisco il motivo e lo sostengo con forza.”

Il messaggio di Gino Cecchettin: “Serve confronto, non odio”

Gino Cecchettin ha parlato da Milano, lanciando un messaggio diretto ma privo di aggressività verso quei giovani che esprimono empatia verso un assassino:

“Vorrei davvero confrontarmi con loro. Sono proprio queste persone a cui bisogna parlare”, ha detto.

“Chi glorifica la violenza ha forse più bisogno degli altri di capire che esiste un altro linguaggio, un altro modo di stare al mondo”, ha continuato.

Secondo lui, è necessario evitare la polarizzazione e scegliere il dialogo:

“Non serve attaccare, serve capire. Vorrei che questi ragazzi provassero a vivere almeno una settimana nei panni di Turetta oggi. Forse cambierebbero idea”.

Un grido d’allarme che interpella tutta la società

Le parole di Gino Cecchettin sono un appello non solo ai giovani, ma anche agli adulti, alle scuole, ai media e alle istituzioni. L’esaltazione della violenza non può diventare normalità, e casi come questo richiedono una risposta educativa e culturale, non solo giudiziaria.

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