“Gino Strada passerà alla storia, chi scrive commenti livorosi sarà dimenticato”

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L’opinione di Enzo Guarnera

Sulla morte di Gino Strada ho scritto qualche giorno fa.
Non pensavo di tornare sulla vicenda, ma mi è stato sottoposto un commento, apparso il 14 agosto sul quotidiano Torino Cronaca Qui, nella rubrica dal titolo “Non perdiamoci per Strada”.
L’intento è chiaramente denigratorio. Si ricorda la militanza giovanile di Strada nella estrema sinistra, nel gruppo dei c.d. “Katanga”, ove si ipotizzava la violenza contro il sistema. Si fa riferimento a finanziamenti ricevuti anche da parte di leader africani non propriamente democratici.
Ne deriva che le sue attività avevano ed hanno scopo di lucro.


Si denunciano le apparizioni televisive di Strada, definite “autoreferenziali”.
Insomma, la finalità è palese: Strada ha una storia ambigua e molte ombre nel suo passato. Pertanto, finiamola con la glorificazione.
Analogo contenuto si trova in un video che gira su internet.
Sarà un caso, ma se ne individua la matrice leghista.
Rispondo allo sconosciuto autore del commento.
Molti, di una certa generazione, hanno un passato giovanile in formazioni di estrema sinistra, specie nel periodo del famoso ’68.
Erano animati dal giusto desiderio, forse utopia, di cambiare la società.
Errori ne fecero, ma in buona fede.
Poi, crescendo, alcuni rimasero coerenti con i valori della gioventù, altri li tradirono integrandosi nel sistema: hanno scelto di servire qualche padrone, ottenendo incarichi ben remunerati. Tra questi ultimi numerosi sono i politici e i giornalisti.
Tra coloro che mantennero la coerenza vi era Gino Strada.
Poteva fare il chirurgo in cliniche private, arricchendosi come fanno molti.
Ha scelto di rischiare la propria vita, recandosi ad aiutare i poveri e gli ultimi, anche in Paesi dilaniati da continue guerre.
Ha impiegato così le donazioni ricevute, non le ha conservate sul proprio conto corrente.
Ha scelto l’essere umano, al posto della vita comoda e agiata.
Ha raccontato questo in televisione e sui giornali?
E perché non doveva farlo?
Ha offerto una testimonianza di impegno civile.
Nessuno è perfetto, e certamente non lo era Gino Strada.


Così come non lo fu Madre Teresa di Calcutta.
Pertanto nessuno va santificato o mitizzato.
Ma non vi è dubbio che tra quanti spendono la propria vita a servizio degli altri, e quanti si rinchiudono nell’angustia rancorosa del proprio egoismo, scelgo i primi. Senza se e senza ma. Essi passano alla storia.
Gli altri, al massimo, scrivono livorosi commenti sui giornali.
Il giorno dopo saranno dimenticati: sia i commenti sia i loro autori.

Enzo Guarnera

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Redazione Catania

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