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“Gioco” macabro e pericolosissimo a Milano, cavo d’acciaio teso per la strada: “Poteva decapitare un motociclista” [VIDEO]

Pubblicato il 5 Gennaio, 2024

Uno stupido “gioco”, come l’ha definito l’autore di questo assurdo gesto, poteva trasformarsi in una trappola mortale e se non è successa una tragedia lo si deve solo a Nicola Ricciardelli, 26enne consulente finanziario che ha notato gli strati comportamenti di 3 uomini la notte di mercoledì scorso in una strada altamente trafficata di Milano.

Il cavo teso per la strada

Verso le 2:30 della notte di mercoledì Ricciardelli ha sentito strani rumori fuori la sua abitazione e si è affacciato, notando 3 persone che stavano armeggiando per la strada. Stavano posizionando un cavo d’acciaio ad un’altezza di un metro e 40 da terra, fissandolo da un lato ad un cartello stradale e dall’altro lato al tronco di un albero vicino alla ringhiera che delimita la corsia preferenziale per gli autobus.

Il cavo attraversava quindi due corsie di viale Toscana in direzione di viale Isonzo, una situazione che metteva a serio rischio gli automobilisti e i motociclisti.

L’incidente

Dopo pochi minuti è passata un’auto che ha centrato in pieno il cavo e che si è fermata dopo pochi metri. I ragazzi hanno commentato: “Visto che botta?”, per poi allontanarsi sghignazzando.

Ricciardelli a quel punto ha immediatamente chiamato i carabinieri, come ha raccontato a Il Giorno: “Ho sentito alcuni rumori, mi sono affacciato, ho visto queste persone che avevano legato il cavo. Poi è passata un’auto e ha beccato il filo in pieno”.

Inutile è stato il suo richiamo: “Ho richiamato i tre che si sono allontanati, poi ho chiamato i carabinieri e intanto quei ragazzi sono tornati e ridevano del botto che aveva fatto l’auto”. Il 26enne ha spiegato che sarebbe potuta succedere una tragedia poiché: “Dietro la macchina, al semaforo c’era un motorino che ha svoltato a destra. Se invece fosse andato dritto, oggi, staremmo parlando di un morto”.

Non ha saputo fornire indicazioni sulle condizioni della persona alla guida dell’auto: “Si è fermata circa 300 metri più avanti, ma il conducente non è mai sceso. Poi, dopo circa un quarto d’ora, è ripartito. Non so in che condizioni sia il conducente dell’auto, ma la macchina sicuramente non era indenne, parliamo di un cavo edile bello grosso, in acciaio”. Dopo l’impatto dell’auto col cavo il cartello stradale che lo reggeva si è piegato, condizione che rappresentava un serio pericolo.

L’arresto

Grazie alle indicazioni del testimone i militari hanno fermato poco distante dalla zona un 24enne con piccoli precedenti penali, mentre gli altri due sono riusciti a scappare e sono ancora ricercati.

L’arrestato ha detto di non conoscere i nomi dei due complici, affermando di averli conosciuti sui social. Quando gli è stato chiesto perché aveva preparato quella trappola mortale, lui ha risposto che lo ha fatto per gioco perché si stava annoiando.

Il sostituto Enrico Pavone, pm di turno, ieri mattina ha disposto il carcere per il 24enne portato in caserma “vista la gravità del fatto” e i seri rischi causati agli automobilisti e agli altri utenti della strada.

Il 24enne è stato portato a San Vittore con l’accusa di strage, attentato alla sicurezza dei trasporti e di ricettazione, dal momento che non ha saputo spiegare la provenienza del cavo d’acciaio utilizzato nei cantieri e non facilmente reperibile.

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