Nel Giorno della Memoria dedicato alle vittime della Shoah, il sindaco Lucio Greco e l’assessore all’Istruzione Cristian Malluzzo hanno preso parte, questa mattina, ad una piccola cerimonia davanti al Municipio, dove sono poste le pietre di inciampo che ricordano i due gelesi Giacomo Turco e Luigi Lanzafame, nati a Gela, deportati a Dachau e a Hersbruck, infine assassinati, nel 1945.
Presenti anche il dirigente del II Circolo Enrico Solito, Baldassarre Aquila, la docente Rosaria De Simone, e Giuseppe Alessi, nipote di una delle due vittime.
Oggi è una giornata dedicata alla commemorazione di quegli “errori ed orrori avvenuti nella civilissima Europa”, ha dichiarato il Sindaco.
Se la pandemia non ci avesse colpiti, chiudendo le scuole e imponendo il distanziamento, questa giornata sarebbe stata organizzata diversamente, insieme agli alunni delle scuole e ai giovani della città. Ad ogni modo, è nostro dovere tenere vivo il ricordo delle vittime dell’Olocausto, le atrocità commesse, perché quanto accaduto non si ripeta più.
“Una storia drammatica che, è bene ricordarlo, non è cominciata con i campi di sterminio. Quelli sono stati l’apice del delirio e dell’orrore – ha affermato il Sindaco – ma è iniziata con le leggi razziali, con l’odio e con l’indifferenza.
Indifferenza: una parola che, non a caso, la Senatrice Liliana Segre ha voluto che venisse incisa sulle pareti del binario 21 della Stazione Centrale di Milano, da dove partirono, tra il 1943 e il 1945, i treni pieni di deportati ebrei e oppositori politici diretti ai campi di sterminio nazisti. Purtroppo, quando si parla dell’importanza della memoria, il pericolo è sempre quello di finire per banalizzare concetti assai importanti, ma il male non è mai banale”.
“Speriamo, già a partire dal prossimo anno – ha aggiunto Malluzzo – di poter tornare a celebrare degnamente questa giornata, organizzandola con i dirigenti scolastici come lo scorso anno. Adesso, è il momento di fermarsi, ma facciamo in modo che, soprattutto oggi, questo fermarsi ci spinga a ricordare e a riflettere su quello che è stato.
La storia, purtroppo, ciclicamente tende a ripetersi, non a caso anche oggi assistiamo all’ondata crescente del negazionismo, che non ha risparmiato neppure l’Olocausto”.
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