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Il giudice stabilisce che un 12enne è morto. La madre: “Mi stringe la mano, ci opporremo”

Pubblicato il 13 Giugno, 2022

Un giudice ha stabilito che un ragazzo di 12 anni con un danno cerebrale è morto e che il trattamento dei medici per mantenerlo in vita nell’ospedale può interrompersi.

Archie Battersbee non ha ripreso conoscenza da un incidente nella sua casa il 7 aprile scorso, quando è stato scoperto privo di sensi con un laccio sopra la testa. Il tremendo sospetto della famiglia è che possa essersi trattato delle conseguenze drammatiche di una sfida online alla quale il ragazzino avrebbe preso parte.

Archie Battersbee
Archie Battersbee

Lunedì il giudice Justice Arbuthnot, al termine di un dibattimento dell’Alta Corte con i medici del  Royal London Hospital di Whitechapel, a est di Londra, ha sentenziato che Archie era “morto nel tronco cerebrale” e non doveva più essere tenuto in vita, specificando che i medici sono legalmente autorizzati a smettere di curarlo.

Terribili, per la famiglia del 12enne, quanto scritto dal giudice nella sentenza: “Trovo che Archie sia morto a mezzogiorno del 31 maggio 2022, poco dopo gli esami clinici eseguiti quel giorno. Trovo che la cessazione irreversibile della funzione del tronco cerebrale sia stata definitivamente stabilita. Autorizzo i medici del Royal London Hospital a cessare la ventilazione meccanica ad Archie Battersbee; di estubare Archie Battersbee; di interrompere la somministrazione di farmaci ad Archie Battersbee e di non tentare alcuna rianimazione cardio o polmonare su Archie Battersbee quando cessa la gittata cardiaca o cessa lo sforzo respiratorio. I passaggi che ho esposto sopra sono leciti”.

“Se Archie rimane in ventilazione meccanica – si legge ancora – il probabile esito per lui è la morte improvvisa e le prospettive di guarigione sono nulle. Non prova piacere nella vita e il suo danno cerebrale è irrecuperabile. La sua condizione non migliorerà”.

La madre di Archie Battersbee, Hollie Dance (al centro col vestito nero)

La madre di Archie, Hollie Dance, di Southend, nell’Essex, si è detta “devastata ed estremamente delusa” dalla sentenza. Intendiamo fare appello e non ci arrenderemo ad Archie. Mi sento disgustata dal fatto che l’ospedale e il giudice non abbiano tenuto conto dei desideri della famiglia. Non credo che ad Archie sia stato concesso abbastanza tempo.

“Il suo cuore batte ancora, mi ha stretto la mano e, come sua madre, so che è ancora lì – ha rivelato fra le lacrime -Finché non sarà la volontà di Dio, non accetterò che venga lasciato morire. Conosco i miracoli di persone tornate dalla morte cerebrale. Questo caso solleva importanti questioni morali, legali e mediche su quando una persona è morta. Cosa ci dice questa sentenza di oggi sulla nostra società?”.

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