Pubblicato il 19 Marzo 2022
“Ogni giovedì sera mi sintonizzo con la piazza del bravissimo Formigli per assumere la mia dose settimanale di professor Orsini. Spiace per gli altri aspiranti al titolo, ma la vera star del Pacinarcisismo è lui, grazie alla faccia sofferta e a quel tono di voce tra l’assertivo e il piagnucoloso con cui ricostruisce le cause della guerra ucraina dai tempi di Gengis Khan”. Inizia così il “pezzo” al “fulmicotone” di Massimo Gramellini, intitolato “Facciamo schifo”, pubblicato sul Corriere di oggi, nella rubrica settimanale Il caffè. Destinatario dell’invettiva, naturalmente, è il professor Alessandro Orsini, da giorni nell’occhio del ciclone per le sue posizioni non “ortodosse” sul conflitto russo-ucraino.
Gramellini: “Per Orsini tra l’Occidente e Putin non c’è differenza”
L’editorialista del Corsera “spara” a palle incatenate contro Orsini: “Stavolta – scrive – il sociologo che ha smesso di collaborare con un giornale chiedendo scusa ai lettori che si erano abbonati solo per leggere lui (non gli fa certo difetto l’umiltà) ci ha spiegato che tra l’Occidente e Putin non c’è differenza”.
“Schifoso lo zar, schifosi noi: e tra schifosi ci si intende”
E ancora: “Schifoso lo zar, schifosi noi: e tra schifosi ci si intende. A condizione di sbarazzarsi di quel Zelensky che ostacola il lieto fine con la sua insopportabile ossessione per la libertà, resa impossibile dalla geografia. Orsini sembra posseduto da una sorta di timor panico nei confronti di Putin: lo nomina il meno possibile e quasi mai per parlare delle sue malefatte, che comunque non considera peggiori delle nostre”.
“Putin potrebbe arrabbiarsi sul serio”
E infine, conclude Gramellini, “la sconfitta dell’invasore, che rallegra i poveri di spirito, è ciò che egli più teme, perché a quel punto, dice, Putin potrebbe arrabbiarsi sul serio. Quanto alla caduta del satrapo slavo, non fa parte delle opzioni di Orsini e forse neppure delle sue speranze. La mia rimane che un giorno a Mosca un omologo del professore possa dire in un talk show che i russi fanno schifo come gli occidentali. Significherebbe – conclude il giornalista – che anche lì è arrivata la libertà“.