15.2.2022 – La Guardia di Finanza di Venezia ha eseguito, nelle ultime settimane, una serie di specifici e approfonditi controlli in materia fiscale nei confronti di ditte di confezionamento di abbigliamento e di produzione tessile, sottoponendo a sequestro sei laboratori per gravi violazioni alla normativa sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro ed individuando anche ben 38 lavoratori tra “irregolari” e in nero.
In particolare, all’atto dell’accesso presso i citati laboratori, gestiti da soggetti di origine cinese ed ubicati nel clodiense (Cavarzere, Campolongo Maggiore e Campagna Lupia), i finanzieri della Compagnia di Chioggia hanno trovato intenti a confezionare calzature e giubbotti in pelle numerosi dipendenti, sempre di origine sinica, che lavoravano (e in alcuni casi vivevano nei medesimi spazi) in pessime condizioni igieniche.
Gli opifici controllati, infatti, presentavano ambienti di lavoro connotati da un generalizzato degrado igienico-sanitario in violazione alle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con grave rischio per l’incolumità dei lavoratori.
Pertanto, le Fiamme gialle, in un caso supportati anche da personale del Nucleo Carabinieri presso l’Ispettorato del Lavoro di Venezia, appositamente attivato, hanno proceduto a mettere in sicurezza le diverse aree mediante il sequestro preventivo dei laboratori e la denuncia dei datori di lavoro alla Procura della Repubblica di Venezia per la presunta violazione alle norme relative alla sicurezza, all’igiene e al mancato uso dei dispositivi di protezione per i propri dipendenti di cui al D.Lgs 81/2008.
I preliminari accertamenti svolti sul personale trovato sul posto di lavoro, inoltre, avrebbero fatto emergere ben 38 lavoratori irregolari e, tra questi, addirittura 14 risulterebbero completamente” in nero”, del tutto sconosciuti al Fisco.
In due dei laboratori controllati, infine, le Fiamme Gialle hanno anche rinvenuto e sequestrato parti di tomaie per calzature riferibili a noti marchi del lusso (Gucci e Truman’s) nonché centinaia di giubbotti sui quali sarebbero state apposte le etichette di importanti marchi (Matchless, Waldler, Stewart). Sotto sigillo sono anche stati posti i numerosi macchinari e cucitrici utilizzate per il confezionamento dei prodotti e i responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Venezia per l’ipotesi di reato di “contraffazione”.
Sono in corso ulteriori accertamenti volti, da un lato, alla ricostruzione degli aspetti fiscali e contributivi e di versamento delle imposte a carico dei datori di lavoro, dall’altro, a individuare i canali di approvvigionamento della materia prima ed eventuali responsabilità a carico dei committenti.
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