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Il dramma della giocatrice, “Mahjabin Hakimi decapitata dai talebani”: ma c’è chi smentisce

Pubblicato il 21 Ottobre, 2021

Mahjabin Hakimi era una giocatrice della nazionale junior di pallavolo femminile afghana. Sarebbe stata decapitata dai talebani. Lo ha dichiarato il 19 ottobre al Persian Independent un’allenatrice, sotto lo pseudonimo di Suraya Afzali. L’omicidio sarebbe avvenuto a inizio ottobre, ma i talebani avrebbero intimato alla famiglia della vittima di non parlare. Le foto della testa mozzata della giocatrice sono state pubblicate sui social media, qualche giorno fa (Agi, aggiornamento ore 9 e 45).

Matiullah Shirzad, direttore di Aamaj News, una testata con corrispondenti nelle 34 province dell’Afghanistan, ha parlato con l’Agenzia Dire (aggiornamento ore 14 e 30), con l’intento di smentire. Secondo il cronista, familiari della ragazza avrebbero confermato che Hakimi, giocatrice della nazionale giovanile di pallavolo, è morta in circostanze da chiarire prima dell’ingresso dei talebani a Kabul e della loro presa del potere, avvenuta il 15 agosto. Stando a questa ricostruzione, “sicuramente” la giovane non sarebbe stata uccisa dai miliziani. A chi bisogna credere? La giocatrice fa parlare di sé, anche dopo morta. Le tristi modalità della sua morte sono tali da fermarla nella memoria.

Hakimi militava per il Kabul municipality volleyball club, al momento del crollo del governo di Ghani. La fonte dell’Independent persiano ha spiegato che dal colpo di Stato dello scorso agosto i talebani “hanno cercato di identificare le atlete; in particolare quelle della nazionale di pallavolo, che in passato ha gareggiato in competizioni internazionali ed è apparsa in tv”. E ancora: soltanto “due componenti della squadra sono riuscite a fuggire”, prima che i talebani prendessero il controllo di Kabul. Hakimi era rimasta indietro, con molte atlete. La scorsa settimana, la Fifa e il governo del Qatar sono riusciti invece a evacuare con successo dall’Afghanistan 100 calciatrici, comprese alcune nel giro della nazionale, e i loro familiari. (foto di repertorio)

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