Il duro comunicato della Elio Sozzi che racconta una triste realtà dello sport reggino

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Un’assenza che ha valore di denuncia quella della Polisportiva reggina

La Polisportiva Elio Sozzi nella Giornata dello Sport Nazionale scende in campo solo per esprimere “sdegno e amarezza”. Celebrare la “Giornata dello Sport”, in una città che non garantisce il diritto allo sport ci sembra ipocrita. La storicizzata mancanza di luoghi dove praticare attività sportiva, aggravata nell’ultimo anno dal continuo sequestro dell’unico impianto sportivo comunale adibito alla pallavolo e in emergenza assegnato all’accoglienza migranti, non è più tollerabile. La nostra assenza ha il valore della denuncia, affinché si possa fare sport ,senza dovere elemosinare quello che ci spetta. Siamo stanchi di operare in regime di continua precarietà a causa di un’impiantistica sportiva inesistente, incompleta o fatiscente, di palestre scolastiche chiuse o assegnate con bandi tardivi. In questi anni siamo stati costretti ad inventarci luoghi per svolgere l’attività istituzionale facendo salti mortali per portare avanti gli obiettivi prefissati. Purtroppo il trend della stagione 21/22 ha visto un ripetersi di sbarchi ed il conseguente sgombero per la pallavolo: a pagare sono quelle ragazze e quei ragazzi a cui raccontate favole da anni e a cui rinnovate le solite promesse per il futuro. Non abbiamo strumenti per fronteggiare questa situazione di assoluta precarietà: le comunicazioni, in base alle quali ci viene intimato di liberare il palloncino per lasciare lo spazio ai migranti, possono arrivare in qualsiasi momento e senza alcun preavviso, cosa che peraltro ci impedisce di recuperare materiali e attrezzature. “Lo sport ha una funzione sociale ed educativa” lo sentiamo ripetere ad ogni convegno o manifestazione e noi lo sappiamo bene perché questi sono i valori che ci spingono a continuare, ma se chi ha responsabilità politico-amministrativo non riesce a organizzare un’ accoglienza dei migranti degna e rispettosa della dignità umana, la soluzione non può essere che si calpesti il diritto alla pratica sportiva, anche perché questo alimenta un sentimento di divisione sociale ed intolleranza. Chiediamo pertanto al comune di Reggio Calabria di trovare una soluzione per garantire il diritto all’accoglienza senza dovere ledere il diritto allo sport.

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Giorgia Rieto

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