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Orrore nel cimitero a Roma: facevano a pezzi i cadaveri per chiedere soldi alle famiglie

ndenti Ama e tre impiegati di altrettante agenzie funebri ad essere invischiati in una torbida truffa incentrata sui cadaveri nel cimitero di Prima Porta a Roma.

Pubblicato il 8 Giugno, 2022

Sarebbero almeno tredici dipendenti Ama e tre impiegati di altrettante agenzie funebri ad essere invischiati in una torbida truffa incentrata sui cadaveri nel cimitero di Prima Porta a Roma.

I corpi venivano fatti a pezzi, tagliati con un coltello e infine gettati nell’ossario comune, dopodiché alle famiglie venivano chiesti tra i 50 ed i 300 euro con la scusa di eseguire correttamente l’estumulazione.

Agli occhi dei parenti dei cadaveri la richiesta di questi soldi era quindi legittima e legata ad un normale servizio all’interno del cimitero, mentre in realtà le persone coinvolte adottavano questa pratica illecita per “arrotondare lo stipendio”.

Sulla vicenda sta indagando il pm Andrea Breccia e gli indagati sono accusati di vilipendio di cadavere e truffa in concorso.

Cadaveri vivisezionati nel cimitero a Roma, un meccanismo ben oliato che andava avanti da oltre 2 anni

Secondo quanto riferisce “Il Messaggero”, questa pratica andrebbe avanti da molto tempo ed il primo caso risalirebbe al 27 gennaio del 2020.

L’impiegato di un’agenzia funebre avrebbe chiesto a sei addetti Ama di fare a pezzi un cadavere presente all’interno di un loculo a Prima Porta per poi presentare il “conto” ad una parente del defunto: 300 euro.

Gli indagati le avrebbero fatto credere che quei soldi erano necessari per trasferire i resti del cadavere in una cassetta più piccola e per lucidare la lapide, quindi una somma aggiuntiva necessaria per procedere alla legittima estumulazione della salma.

Secondo il pm invece si trattava di una vera truffa, dal momento che il cadavere sarebbe stato fatto a pezzi e i resti gettati nell’ossario comune. Due episodi simili si sono verificati successivamente il 22 gennaio 2020 e, pochi giorni dopo, il 30 gennaio 2020.

Il meccanismo era ben oliato da tempo, ma i dipendenti sono stati inchiodati dalle telecamere nascoste collocate dai carabinieri del Nucleo Radiomobile nel cimitero di Prima Porta in alcuni vasi davanti ai loculi.

Tutti gli indagati sono stati rinviati a giudizio e la prossima udienza è fissata ad ottobre, quando saranno ascoltati i primi testimoni per fare luce su questa vicenda squallida. (Foto di repertorio)

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