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Simba La Rue

Guerra tra bande di trapper a suon di rapine e sequestri: in manette Simba La Rue

Pubblicato il 29 Luglio, 2022

Non solo baby gang, anche i trapper con i loro seguaci contribuiscono a seminare il terrore tra le province di Bergamo, Como e Lecco dando vita a vere e proprie faide. E in una di queste faide sono stati coinvolti due personaggi piuttosto noti nel mondo del trap: Simba La Rue e Baby Touché.

I carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 9 persone, accusate a vario titolo di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate.

La faida tra Simba La Rue e Baby Touché

Secondo le ricostruzioni Simba La Rue, alias Mohamed Lamine Saida, insieme ad altre 5 persone avrebbe rapinato del portafogli e del cellulare due persone appartenenti al gruppo di Baby Touché (Mohamed Amine Amagour), picchiate selvaggiamente e poi accoltellate lo scorso primo marzo. Questo episodio sarebbe una ritorsione in risposta ad un’altra aggressione che avrebbe invece subita un ragazzo del gruppo di Simba.

La spirale di violenza però non si è fermato qui, dal momento che Simba insieme ad altre 3 persone, tra le quali anche il suo manager 24enne, avrebbe addirittura rapito e sequestrato Baby Touché che, accerchiato in via Boifava a Milano, sarebbe stato preso a calci e pugni e caricato in un’auto, dove sarebbe rimasto chiuso per almeno un paio d’ore.

Tutto questo sarebbe stato registrato e inviato in diretta sui vari profili Instagram degli aggressori, ritraendo in primo piano il volto sanguinante di Touché, ricoperto di offese e insulti, liberato infine a Calolziocorte, in provincia di Lecco.

Una violenza sempre più spettacolarizzata

Gli arresti sono scattati alla conclusione dell’inchiesta condotta dai carabinieri della Compagnia di Milano Duomo, i quali hanno accertata una rivalità fortissima tra i due gruppi di trapper capeggiati appunto da Baby Touché e Simba La Rue.

Negli ultimi mesi, in una pericolosissima escalation di violenza, i due gruppi si sono affrontati tra le strade di Milano e delle zone limitrofe tra aggressioni e rapine che venivano spettacolarizzate tramite la diffusione di video sui social per imporre il loro predominio.

Gruppi che secondo gli inquirenti agivano come delle gang “governate da regole di fedeltà reciproca e di omertà che si sono rese protagoniste di reiterati episodi di violenza seguiti all’aspra conflittualità determinata dalla rivalità nella diffusione delle rispettive produzioni musicali”.

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