Dove buttare il cartone della pizza? Chiedilo a Junker

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Quasi 1,5 milioni di ricerche, oltre 51mila famiglie raggiunte e 7.400 segnalazioni di situazioni di degrado. A un anno e mezzo dall’avvio della collaborazione con Junker, l’app per la raccolta differenziata ha ormai definitivamente conquistato i torinesi. Al punto che la città si è aggiudicata il primato per numero di utenti e, con una media di 30 ricerche per cittadino, supera di gran lunga il dato nazionale (24).
Durante l’emergenza Covid-19 si è registrato un sensibile aumento delle ricerche in app. In linea col trend nazionale, i torinesi si sono rivolti a Junker per sapere come smaltire correttamente guanti e mascherine, che sono andati così a integrare la classifica generale dei 5 prodotti più ricercati in città.
I 5 prodotti più ricercati dai torinesi su junker
1 Cartone della pizza (sporco)
2 Carta affettati
3 Contenitori della carne (polistirolo)
4 Assorbenti igienici
5 Polistirolo (imballaggi e scatole)

Nello stesso periodo sono aumentate anche le ricerche dei punti di conferimento in mappa. Molti cittadini hanno infatti approfittato della permanenza a casa per risistemare armadi, garage e cantine, ritrovandosi con un gran numero di rifiuti “straordinari” (come vecchi RAEE, abiti usati, articoli per bambini e attrezzi vari), che non possono essere conferiti nei bidoni domestici.
“Siamo soddisfatti di questi ulteriori risultati che dimostrano come l’innovazione tecnologica sia un elemento fondamentale e ormai imprescindibile nella divulgazione dei corretti comportamenti ambientali – dichiara il Presidente di Amiat Gruppo Iren, Christian Aimaro – Amiat da sempre è sensibile al contributo che la tecnologia può apportare al miglioramento della qualità ambientale del territorio”.

Su Junker arriva adesso una nuova funzione. Finora l’app offriva tre modalità di ricerca: per scansione del codice a barre, per simboli o per ricerca testuale, ma da oggi per sapere come smaltire un oggetto basterà inquadrarlo e inviare l’immagine al “cervellone” dell’app. Il sistema lo riconoscerà e risponderà inviando, in tempo reale, tutte le informazioni sulla composizione del prodotto e le corrette modalità di conferimento. Con la nuova funzione, basata sul riconoscimento per immagini, sarà ancora più facile differenziare gli oggetti sfusi o privi di etichetta. Si tratta di una tecnologia sperimentale, mai applicata prima d’ora in questo campo, basata su un sistema di apprendimento automatico che si evolve grazie alla collaborazione degli utenti. Il database di partenza è costituito da circa 1 milione di immagini, che man mano saranno evolute grazie alle ricerche e i feedback dei cittadini.
“Non è un caso – rivela Benedetta De Santis, CEO di Giunko, la start up innovativa che ha ideato l’app – se abbiamo scelto di lanciare proprio da Torino il nostro nuovo servizio sperimentale. Qui in pochi mesi la community Junker è cresciuta tantissimo”.
Junker è tradotta in 10 lingue, così da poter essere usata anche da turisti e lavoratori stranieri, ed è completamente accessibile anche ai non vedenti. Oltre al servizio di riconoscimento dei rifiuti, Junker offre poi ai torinesi una gamma di servizi aggiuntivi, studiati per aiutarli a ridurre la loro impronta ecologica.

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Luca Fiocchetti

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