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La Asl non paga le fatture: 700 dipendenti dell’Icot senza stipendio. La diffida di Giomi

La società proprietaria dell’Icot, la Giomi, ha incaricato i propri legali di diffidare la Asl di Latina al pagamento delle fatture ancora da saldare

Pubblicato il 10 Gennaio, 2024

Una cifra di poco superiore ai tredici milioni di euro è quella che la ASL di Latina deve versare all’Icot; un ritardo che mettendo a rischio il pagamento degli stipendi dei circa 700 dipendenti della struttura di Borgo Piave, a Latina.

Diversi i solleciti alla direzione della Asl arrivati nelle scorse settimane per cercare di sbloccare la situazione; visti gli effetti sortiti, però, il gruppo Giomi, proprietario dell’Icot, ha incaricato i suoi legali di diffidare l’Azienda Sanitaria Locale.

Le tappe di questa vicenda sono ripercorse da un comunicato ufficiale diffuso da Giomi; a non essere state pagate sono le fatture dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023 e ad alcuni saldi dell’anno 2021. L’ammontare complessivo è di 13.113.317 euro.

Dalla Asl hanno fatto sapere, direttamente all’azienda, che “non è possibile acconsentire al momento alla richiesta poiché il quadro amministrativo contabile della società presenterebbe diversi aspetti da approfondire e da chiarire, nell’ambito del rispetto delle indicazioni regionali”.

“Tuttavia – scrive invece lo studio legale a cui si è affidato il gruppo Giomi – il quadro contabile ritenuto ‘da approfondire e da chiarire’ riguarda il profilo economico delle note di credito delle annualità passate e non attiene in alcun modo al profilo finanziario del pagamento delle fatture correnti. Nello specifico, le risultanze da chiarire non riguardano recuperi finanziari da operare nei confronti della società, ma mere sistemazioni contabili che non possono condizionare e sospendere, a tempo indefinito, in modo indistinto e ad arbitrio dell’amministrazione, il pagamento di corrispettivi 13.113.317 euro relativi a prestazioni già eseguite, i cui costi sono già stati sostenuti”.

Lo studio legale che assiste la società Giomi, Izzo e Associati, prosegue poi spiegando che “il blocco indistinto della certificazione e della liquidazione di tutti i documenti emessi dalla casa di cura non è stato e non può essere giustificato, anche perché non vi è alcuna disposizione normativa o contrattuale che consenta alla Asl di sospendere indistintamente, senza termine, il pagamento dei corrispettivi per le prestazioni regolarmente erogate all’utenza pubblica. “La società inoltre – si legge ancora nella nota degli avvocati – ha puntualmente risposto alle richieste aziendali, emettendo, ove possibile e dovuto, le note di credito richieste e chiarendo tutti gli aspetti e gli importi rappresentati. In ogni caso, che tale attività di verifica della contabilità pregressa, alla quale la società sta peraltro cooperando in modo leale e puntuale, non può legittimamente inficiare il pagamento delle prestazioni e delle fatture correnti, con evidenti ripercussioni, oltre che sulla continuità aziendale, anche sul servizio pubblico affidato alla struttura sanitaria in questione. Il ritardo e le omissioni imputabili all’amministrazione in indirizzo stanno danneggiando enormemente la scrivente società, sia dal punto di vista gestionale che finanziario, specie se si considera l’impossibilità di pagare gli stipendi dei dipendenti così come le fatture dei fornitori, di far fronte a tutti gli impegni assunti dalla società nei confronti dei propri finanziatori e di proseguire l’attività sanitaria. L’entità dei crediti insoluti non solo pregiudica l’attività della struttura e i suoi lavoratori e fornitori, ma rischia di tradursi in una specifica ipotesi di danno erariale in considerazione dei maggiori oneri di cui l’amministrazione intimata sarà chiamata a rispondere”.

Per tutte queste ragioni dunque si diffida e si mette in mora la Asl di Latina, nelle persone del direttore generale, del direttore amministrativo e del direttore sanitario, per “l’immediata certificazione e liquidazione in favore della società Giomi”.

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