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La famiglia e la denatalità, incontro Parlamento Europeo a Roma: l’intervento della senatrice Drago

La senatrice catanese Tiziana Drago ha esposto il quadro della situazione soffermandosi in particolare sulle difficoltà a fare figli.

Pubblicato il 14 Marzo, 2022

Si è discusso di emergenza demografica, lavoro e futuro, del ruolo della donna nella società, delle problematiche che la pandemia ha reso ancora più evidenti in un contesto sociale già in bilico tra incertezze e fragilità. Questa mattina, tra i senatori che si sono riuniti all’evento promosso dal Gruppo dei Conservatori e Riformisti (ECR) al Parlamento europeo e Fratelli d’Italia, nella sede europea a Roma, dal titolo “Una nuova visione demografica per il futuro dell’Europa” – ha presenziato anche la senatrice siciliana di FDI Tiziana Drago.

“Da anni ci muoviamo su questi temi, in Sicilia e in Senato – ha detto la senatrice Drago –. È un momento storico in cui il futuro, per le giovani generazioni, sembra messo a repentaglio. Le proposte già depositate in Senato dalla senatrice siciliana sono il frutto di esperienze personali (è insegnante e madre di 4 figli) ed esperienze con associazioni che si occupano di famiglia. Nessun “copia e incolla”, quindi, ma proposte che nascono da una lettura sul campo.

“Da tempo si parla di inverno demografico e crisi economica – ha continuato la Drago – e vogliamo capovolgere la visione: l’incremento demografico genera sviluppo economico e il fenomeno della denatalità non si può slegare da quello della migrazione giovanile. Le politiche familiari sono inefficienti, con interventi last minute e non sistematici e organici, che di conseguenza danno risultati parziali”.

Un problema correlato al sistema dell’istruzione e al lavoro. La cultura dell’infanzia è carente – sottolinea la senatrice – il bambino viene vissuto come un “peso” per la famiglia, non eticamente o nel desiderio dei giovani di mettere su famiglia, sia chiaro. Ma basti pensare che vengono spesi circa 180 mila euro per la crescita di un figlio nei primi 18 anni di vita”. Non solo. “Il picco di fertilità per una donna è intorno ai 25 anni oggi l’età media di una primipara si sposta di almeno 10 anni. Ogni nascita incide positivamente sul PIL nazionale di 35 mila euro. E il calo delle nascite influisce, quindi, sulla perdita del PIL”.

Quali proposte per superare questo impasse? Sono tutte incluse, indirettamente, nella mozione depositata a dicembre 2020, che comprende 10 punti. Tra questi, la questione del carico previdenziale. Avendo meno nascite ci sono meno giovani e questo, sull’aspetto previdenziale, rappresenta un problema serio che va affrontato. Servono una serie di interventi e ogni Ministero deve scendere in campo e fare la propria parte.

“La decisione delle donne di avere il primo figlio tra i 35 e i 40 anni dipende dal ciclo di istruzione e dall’inserimento nel mondo del lavoro. Per questo, tra le proposte, c’è la modifica dei cicli di istruzione, compreso quello universitario, dove la formula 3+2 sembra non funzionare più e dove sarebbe preferibile il ritorno ai 4 anni, che consentirebbe ai giovani di entrare prima nel mondo del lavoro”.

La proposta cardine, però, oltre alla riforma dell’Isee, è quella di prolungare l’estensione facoltativa da lavoro fino ai 3 anni del bambino, con una minore decurtazione dello stipendio, sia per madri che per padri. “Come detto più volte, è la fase più delicata nella crescita del bambino. Le giovani coppie devono poter scegliere e le alternative non possono essere solo gli asili nido o i nonni”. L’ipotesi potrebbe rappresentare la copertura dei posti di lavori “temporaneamente vacanti” col servizio prestato da giovani, evitando così la loro partenza per altri luoghi e altri paesaggi.

“La maternità – conclude la senatrice – è ricchezza che accresce il suo valore con la presenza dell’uomo. La famiglia, dunque, si conferma il fondamento indiscutibile che FDI porta avanti nelle proprie battaglie.  

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