E’ ormai ufficiale. La Nasa vuol tornare sulla luna con una nuova missione. Con o senza umani. Il “lancio” ufficiale dovrebbe essere previsto per il 2024. Ma, prima di inviare un equipaggio in carne e ossa, si pensa a delle sonde per “tastare il terreno”. La missione si chiamerà Artemis.
Ciò che distinguerà Artemis dalle altre e precedenti missioni Apollo, sarà, come accennato, che non è per primo l’uomo a tornare sul nostro satellite. In primis, come spiegato dagli scienziati John Connolly e Niki Werkheiser, saranno avviate delle sonde lunari pilotate anche a distanza. Soltanto in secondo momento e quando si saranno ridotti al minimo i rischi per gli astronauti, saranno mandati equipaggi in carne ed ossa. La maggiore accreditata in tal senso, sarà proprio una donna. La differenza sostanziale dalle altre missioni lunari poi, è che stavolta non sarà una “toccata e fuga”. 4 Gli astronauti che esploreranno il suolo lunare. Due scenderanno per primi e successivamente saranno raggiunti dagli altri. Non solo. Ci si resterà per circa una settimana, precisamente 6, 5 giorni. Saranno effettuate fino a 4 passeggiate e presi campioni al fine di monitorarne l’effettiva composizione o presenza anche di elementari forme di vita nascoste sotto il ghiaccio. Non dimentichiamoci che sul nostro satellite ci dovrebbero essere delle zone perennemente in ombra dove il ghiaccio potrebbe essersi conservato anche per millenni.
Ma alla Nasa non interessano soltanto le zone in ombra del satellite. Anche e soprattutto quelle in luce per potere immagazzinare successivamente energia solare. Allo scopo, al polo sud, in particolare verso il cratere Hackleton, l’illuminazione dovrebbe essere quasi costante tra il 2024 e il 2025. Ma attenzione. Non è tutta “luce” quella che luccica. Successivamente si punta ad aumentare gli sbarchi sulla luna. In tutto dovrebbero essere 3 le missioni spaziali tra il 2024 e il 2026. Eppure, secondo i mezzi attuali, non è ancora possibile portare del materiale sulla Terra. Si sta lavorando per portare un “campionario” lunare per analizzarlo una volta tornati. Ma l’astronave di ritorno, Orion, al momento non prevede un trasporto di rocce lunari sulla Terra. Per questo, ci sarà ancora da “studiare”
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