La risposta di Ferrari all’attacco di alcuni sindacati

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Ferrari: “Le nostre scelte vogliono rilanciare i futuro della città, non di certo danneggiare il futuro della fabbrica”
L’attacco mosso da alcuni sindacati nei confronti dell’amministrazione comunale è privo di alcun fondamento e, quel che spiace, controproducente per la collettività.
Se i destini della fabbrica sono incerti non è perché l’assessore all’urbanistica Palombi sta lavorando sugli strumenti urbanistici per ridurre le aree industriali, oppure perché l’assessore alle infrastrutture Parodi ha condiviso con l’Autorità di Sistema Portuale un tragitto più breve e funzionale per città e porto rispetto a quello scelto dalla passata amministrazione.
Il futuro dell’acciaio è incerto a causa di dinamiche economiche di livello internazionale che solo chi non vuol vedere può ignorare.
Anche per questo auspichiamo un concreto e celere ingresso dello Stato nella compagine sociale: lo abbiamo detto e lo continueremo a sostenere. Lo riteniamo il punto di svolta per la fabbrica e per tutti i suoi lavoratori, strumento per garantire una produzione strategica di acciaio e per farlo in modo ambientalmente compatibile. 
Tuttavia, ridurre i quasi seicento ettari occupati da Jsw è doveroso e non vuol dire osteggiare lo sviluppo industriale. Buona parte di quelle aree sono infatti inutilizzate da decenni, occupate da vecchi impianti ormai in disuso: rappresentano una minaccia per l’incolumità dei lavoratori, un’offesa al decoro e un costante attacco alla salute pubblica.
Arretrare quelle aree industriali, vuol dire anche creare le condizioni per nuove forme di imprenditoria, fondamento di una diversificazione che doveva essere stimolata già anni fa.
E comunque, se il passato ci ha insegnato qualcosa è che essere proni nei confronti dell’imprenditore di turno non paga: con la variante Aferpi la precedente amministrazione volle anteporre le esigenze dell’azienda a quelle dell’intera città, trasformando ulteriori aree (come se quelle in disponibilità fossero poche) da agricole a industriali e pensando a un tracciato del secondo lotto della 398 funzionale alla fabbrica anziché alla collettività; basti pensare che quella strada, secondo le intenzioni, doveva passare a pochi metri da Poggetto e Cotone e avrebbe definitivamente segnato il confine tra città e industria. Eppure quell’approccio non ha giovato. Ecco perché è doveroso seguire un paradigma differente rispetto al passato, dove fulcro di ogni decisione deve essere l’interesse di tutti i cittadini. Solo così porremo le basi per un futuro a Piombino, tutelando i lavoratori di Jsw e quelli di tutti gli altri settori.

Stiano tranquilli i sindacati perché il Comune di Piombino ha comunicato la visione che ha per il futuro industriale di questo territorio anche ai vertici di Jsw. Ed è una visione contemporanea, che poggia le proprie basi sulla diversificazione, la riconversione ambientale, le infrastrutture. Siamo convinti che solo così si possa uscire dalla crisi complessa che da troppo tempo attanaglia Piombino. Una visione – doloroso doverlo constatare ancora – molto lontana dalle sterili rivendicazioni che paiono caratterizzare alcuni sindacati, troppo spesso ostaggio della propria angusta e antica ideologia.

Francesco Ferrari, sindaco di Piombino

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Barbara Noferi

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