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La storia della scuola di Posillipo: da arte povera a pittura d’elite, vissuta meno di un secolo

La Scuola di Posillipo inizialmente nacque come termine dispregiativo, per poi essere apprezzata negli anni successivi.

Pubblicato il 15 Marzo, 2021

La scuola di Posillipo nacque nel 1820, ma il termine inizialmente aveva un’accezione negativa e fu coniato dagli Accademici per indicare i pittori di strada che, per pochi soldi, vendevano le loro opere agli stranieri che venivano a visitare Napoli.

Tra il 1820 ed il 1850 divenne un vero movimento artistico, dove dominavano paesaggi romantici che avevano come oggetto vedute spettacolari di alcune parti di Napoli, del Vesuvio, di Pompei, di Sorrento e delle isole.

Tempesta Baia di Amalfi- Giacinto Gigante

Pittura romantica e pittura naturalista di fusero in un meraviglioso abbraccio, dando vita ad una corrente pittorica perfettamente armonizzata.

Il precursore della scuola fu Anton Sminck Van Pitloo, pittore olandese che, dopo essere arrivato a Napoli nel 1815, decise di non andarsene più fino alla morte, che arrivò nel 1837.

Castel dell’Ovo- Van Pitloo

Fu lui che introdusse in città la tecnica della pittura “all’aria aperta”, la stessa utilizzata da Monet in Francia, che usò per creare veri capolavori dove il soggetto principale era proprio la città partenopea.

Fu chiamata “scuola” poiché Van Pitloo amava circondarsi nel suo studio di altri pittori, provenienti quasi tutti dall’Accademia delle Belle Arti a Costantinopoli, ed intrattenere con loro discorsi sulla “loro arte”.

Festino di caccia di Ferdinando II- Filippo Palizzi

Basandosi sui valori della Scuola di Posillipo nacquero opere magnifiche a firma di Giacomo Di Chirico, Giacinto Gigante (i cui quadri somigliano a fotografie), Salvatore Fergola, Achille Vianelli, Gustavo Witting ed i fratelli Filippo e Giuseppe Palizzi.

Come nacque così si spense la scuola di Posillipo, nel 1860, in concomitanza con l’annessione all’Italia.

Fonte e foto: Gino Campolongo (amministratore della pagina “La Nuova Bella Napoli”).

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