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"Propaganda contro gli ucraini": ambasciatore scrive a Panorama

Yaroslav Melnyk

L’ambasciatore ucraino scrive a Panorama: “Siamo sconvolti, vostra inchiesta su battaglione Azov ci scredita”

Pubblicato il 29 Marzo, 2022

L’ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk ha scritto alla rivista italiana Panorama, dopo la pubblicazione di un’inchiesta in merito ai neonazisti ucraini. Queste le sue parole: “Confermando il nostro profondo rispetto per la libertà di stampa, una fra le massime espressioni dei diritti fondamentali dei Paesi europei, vorrei segnalare la nostra perplessità per l’articolo ‘Ucraina: il battaglione Azov e i neonazisti che tengono in scacco Zelensky‘, pubblicato il 22 marzo 2022 nel vostro sito”. La lettera parla di informazioni presentate “in modo scorretto, manipolato e propagandistico”, che distorcerebbero “la realtà e i fatti storici”.

“Come è successo che alcuni giornalisti italiani possono essere caduti al livello dei propagandisti di Mosca? “

“Come è successo che alcuni giornalisti italiani possono essere caduti al livello dei propagandisti di Mosca? – scrive l’ambasciatore nella sua lettera – ed ora quando decine di corrispondenti italiani si trovano in Ucraina. E quando molti italiani, che hanno vissuto per anni in Ucraina, sono tornati in Italia, in fuga dai bombardamenti russi delle pacifiche città ucraine. Perché almeno non chiedere loro del nazismo in Ucraina, della xenofobia e dello stato della chiesa?”

L’ambasciatore: “L’articolo ci ha lasciati sconvolti”

Nel seguito della lettera, l’ambasciatore smorza i toni: “Abbiamo sempre seguito con interesse le pubblicazioni della vostra rivista, una delle testate più autorevoli e diffuse in Italia. Ma il menzionato articolo di Elisabetta Burba ci ha lasciato sconvolti dalle falsità e distorsioni della realtà”. Aggiunge: “Valutiamo l’articolo come un chiaro tentativo di discreditare lo Stato ucraino e la chiesa ucraina, così come un tentativo di ferire i fedeli in un tempo per noi così difficile. È assolutamente inaccettabile seminare astio tra i popoli ucraino e italiano pubblicando questo tipo di articoli“.

“Giustificazione di tutti i crimini di guerra”

Queste le parole di Yaroslav Melnyk: “Da un mese gli ucraini resistono coraggiosamente a uno dei più grandi eserciti del mondo. Da un mese le truppe russe quotidianamente spazzano via le intere città ucraine dalla faccia della terra, saccheggiando le case degli ucraini, violentando donne, uccidendo bambini, uccidendo con la fame, il freddo e la sete.

E i giornalisti della vostra edizione ritrasmettono senza scrupoli le narrazioni del Cremlino, tengono bordone a Mosca e quindi provano a giustificare tutti i crimini di guerra da parte dell’esercito russo che il nostro popolo sta provando sulla propria pelle“.

Si chiede di dare spazio al contraddittorio

Queste parole spiccano alla fine della lettera: “Auspichiamo, gentile Direttore, che Lei voglia rivedere quanto riportato dal Suo giornale e voglia dare spazio ad un contraddittorio o, almeno, alla pubblicazione della nostra lettera sul Suo giornale“. Detto e fatto.

Dettagli mancanti?

Si legge nel testo: “Non ho alcuna intenzione di entrare nei dettagli e di provare l’invalidità di tutte le argomentazioni. Riordinare i frammenti di informazioni accumulati e spiegare dov’è la verità e dov’è la manipolazione può portare a un intero lavoro scientifico. Ma l’articolo, che pretende di essere approfondito, si è rivelato un crudo miscuglio di fatti individuali, speculazioni e propaganda del Cremlino”.

L’autrice dell’inchiesta, Elisabetta Burba, ha risposto così: “Gentile ambasciatore, mi farebbe piacere conoscere i dettagli delle vostre contestazioni, che nella lettera da voi mandata sono piuttosto vaghi“.

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