L’annuncio choc di Trump: “La Russia può attaccare i paesi che non pagano la Nato”. C’è anche l’Italia

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Mentre Biden continua a inanellare clamorose e imbarazzanti gaffe, si fa sempre più autorevole la candidatura alle prossime presidenziali di Trump che, come suo solito, sta portando avanti una campagna elettorale provocatoria e ben al di sopra delle righe che sta suscitando molte polemiche.

Nella sua ultima uscita in un comizio a Conway, nel Sud Carolina, il tycoon senza mezzi termini ha detto che non esiterebbe a incoraggiare paesi come la Russia a “fare quel diavolo che vogliono” dei paesi Nato che non rispettano i loro impegni finanziari.

Le parole di Trump hanno provocato la reazione della Casa Bianca, che ha definito la sua uscita “spaventosa e folle”. Il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg si è affrettato a precisare che “la Nato resta pronta a difendere tutti i suoi alleati. Qualsiasi accenno al fatto che gli alleati non si difenderanno a vicenda mette a repentaglio tutta la nostra sicurezza, compresa quella degli Stati Uniti, e mette i soldati americani ed europei a maggior rischio”.

L’impegno dei paesi Nato

Trump per la precisione ha fatto riferimento al Summit Nato del 2014 in Galles, quando gli stati membri della Nato presero l’impegno di aumentare le loro spese per la difesa fino a raggiungere l’obiettivo del 2% rispetto al Pil. Tali impegni furono ribaditi anche a Varsavia del corso della Defence Investment Pledge.

Come indicato in un documento della Camera dei deputati nello scorso ottobre, nel 2023 i paesi che raggiunsero questa soglia erano solo 11 su 31. Le parole di Trump hanno fatto molto rumore e provocato ancora più inquietudine tra i paesi europei, soprattutto che la Polonia si è detta pronta allo scontro con la Russia, ritenendo non improbabile un attacco di Putin ai confini polacchi in caso di vittoria contro l’Ucraina.

Chi ha rispettato gli impegni e chi no?

Oltre agli Stati Uniti con un solido 3,49%, gli altri paesi che sono in linea con l’obiettivo del 2% sono la Polonia (3,9%), la Grecia (3,01%), l’Estonia (2,73%), la Lituania (2,54%), la Finlandia (2,45%), la Romania (2,44%), l’Ungheria (2,43%), la Lettonia (2,27%), il Regno Unito (2,07%) e la Slovacchia (2,03%).

Tra i paesi non in linea invece ci sono Turchia, Slovenia, Canada, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Norvegia, Olanda, Albania, Croazia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro, Lussemburgo, Belgio, Spagna e Francia.

A che punto è l’Italia?

Secondo il rapporto Nato nel 2023 il rapporto tra spese militari e Pil in Italia si è attestato all’1,46% del Pil, mentre nel 2022 era dell’1,51% e nel 2020 dell’1,59%. L’Italia è quindi lontano dal 2% previsto, ma il documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2023-2025 prevede per il budget della Difesa 2023 una spesa pari a 29,7 miliardi di euro, una cifra superiore rispetto al periodo precedente. Il documento fa inoltre presente che l’obiettivo nazionale è quello di arrivare alla percentuale del 2% entro il 2028.

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Redazione Nazionale

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