« Torna indietro

caldo

Lavoro e caldo estremo, due morti in pochi giorni: nuove misure urgenti in Italia

Pubblicato il 1 Luglio 2025

Due morti in pochi giorni, cresce l’allarme per i lavoratori esposti alle alte temperature

Un operaio deceduto ad Andria e un altro stroncato da un infarto a Bologna: sono gli ultimi tragici episodi che rilanciano l’allarme per i lavoratori esposti al caldo torrido. Il secondo caso si è verificato ieri, 30 giugno 2025, intorno a mezzogiorno: la vittima, impegnata in un cantiere edile, si è accasciata al suolo durante l’attività lavorativa.

Sebbene non sia possibile misurare con precisione quanto il caldo abbia influito direttamente sui decessi, è evidente che le alte temperature aggravano le condizioni di chi lavora all’aperto, in particolare nei settori più esposti come l’edilizia e l’agricoltura.

I sindacati chiedono misure concrete e tempestive

Di fronte all’emergenza, i sindacati spingono affinché le aziende diano priorità alla salute dei dipendenti, soprattutto durante le ore più calde della giornata. In parallelo, alcune Regioni hanno già adottato ordinanze per fermare i lavori in fasce orarie a rischio, mentre altre stanno valutando misure simili.

Stop al lavoro nelle ore più calde: le Regioni che hanno detto sì

Sono attualmente 13 le Regioni italiane che hanno adottato misure di sospensione temporanea delle attività nei settori più critici durante i picchi di calore. Tra queste figurano:

Liguria, Toscana, Lazio, Umbria, Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia, Sardegna, Lombardia ed Emilia-Romagna.

Le fasce orarie soggette a stop vanno generalmente dalle 12:30 alle 16:00, e i settori coinvolti comprendono agricoltura, florovivaismo, edilizia, logistica e attività correlate.

Restano ancora fuori Friuli-Venezia Giulia, Molise, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto e Abruzzo, ma in alcune di queste Regioni sono già state avanzate richieste formali da parte di consiglieri regionali e sindacati.

Le misure consigliate anche dove mancano le ordinanze

Anche nelle Regioni che non hanno emesso provvedimenti ufficiali, le autorità consigliano l’adozione di precauzioni come:

  • Anticipazione dell’orario lavorativo
  • Incremento delle pause in zone ombreggiate e con acqua a disposizione
  • Rotazione dei turni per ridurre lo sforzo fisico continuo

Polemiche sul governo: “Serve un piano nazionale, non provvedimenti frammentari”

Nonostante le azioni intraprese a livello locale, le critiche si concentrano sull’assenza di un coordinamento nazionale da parte del governo.

Tino Magni, senatore di Alleanza Verdi-Sinistra e presidente della commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, accusa l’esecutivo:

“Gli effetti della crisi climatica sono evidenti. Città con bollino rosso, lavoratori a rischio, ma nessuna strategia di prevenzione dal governo Meloni”.

Magni sottolinea anche l’inazione della ministra del Lavoro Marina Calderone, che secondo lui non ha risposto alle richieste dei sindacati né promosso alcuna misura strutturale:

“Alcune Regioni hanno fatto la loro parte, ma servono direttive nazionali. Il caldo è un’emergenza crescente: la salute sui luoghi di lavoro va protetta subito”.

L’Europa brucia: il caldo colpisce il continente

L’Italia non è sola. Spagna, Portogallo, Grecia e Francia stanno anch’esse affrontando ondate di calore estreme, con allerta meteo, rischio incendi e impatto sulla salute pubblica. Il continente europeo, secondo i dati, è l’area che si riscalda più velocemente al mondo.

Secondo un recente sondaggio Eurobarometro, il 75% degli italiani ritiene che il governo non stia facendo abbastanza per contrastare gli effetti degli eventi meteorologici estremi.

La richiesta: agire subito, senza più rinvii

L’aumento delle vittime sul lavoro per cause legate al caldo non può essere ignorato. Serve un piano nazionale di prevenzione, norme chiare e fondi adeguati per proteggere la salute dei lavoratori. L’emergenza climatica non è più un’ipotesi futura: è una realtà quotidiana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *