“L’azienda fantasma”: parla USB PIOMBINO LAVORO PRIVATO

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Dopo le passerelle della Morani e del presidente della regione Rossi tutto tace, niente di nuovo esce da Roma. Il 24 luglio è scaduta anche la sorveglianza dello stato da parte di Nardi su Jsw.

Il governo dopo impegni e promesse abbandona Piombino al suo destino lasciano nell’incertezza 2000 lavoratori. La nuovo carica in Jsw Carrai diventato Vice Presidente Esecutivo, aveva esordito con un messaggio “entro la fine di luglio presenteremo il piano industriale con al suo interno un forno elettrico, molteplici investimenti e con la completa occupazione nell’arco di 2-3 anni”, anche qui niente si è visto. 

Siamo ripiombati all’era di Rebrabb, quando si arriva al punto di investire sullo stabilimento piombinese con soldi veri tutti si fermato e allungano il brodo. Siamo nell’incertezza più assoluta! La regione Toscana che pensa alle elezioni e fa promesse mai realizzate da 10 anni, stiamo sempre qui che aspettiamo di colare acciaio. Il governo lascia mano libera alla multinazionale togliendo l’unico posto di controllo dello stato qui in Piombino, il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli non si è mai visto in Piombino però manda un sottosegretario (Morani) che si doveva occupare dell’acciaieria che poi è sparito, il piano per la siderurgia nazionale tanto decantato si è perso nel vuoto, siamo alla follia pura.

I lavoratori quasi tutti in cassa integrazione escluso pochi addetti, aspettano con ansia i buoni spesa dal 3 agosto per poter fare la spesa, anche qui non capiamo perché i buoni da spendere hanno solo il nome di due catene commerciali invece di tutte, gli altri esercizi forse non andavano bene alla confindustriali e la spesa bisogna farla dove vuole il padrone, si capisce anche dai commenti delle altre sigle sindacali nazionali e provinciali che dicono che loro sono d’accordo con confindustriali, si dimenticano che il loro dovere principale è difendere i diritti dei lavoratori. 

Come USB chiediamo 5 punti URGENTI:
1) l’intervento immediato del governo se ESISTE ANCORA su Piombino, con il ripristino della sorveglianza statale immediata.
2)Convocazione di tutte le parti sociali azienda comune e regione con il ministro dello Sviluppo Economico.
3)Intervento dello Stato con l’ingresso nel capitale o nazionalizzazione delle acciaierie. Ripartenza degli impianti dello stabilimento, progettazione e presentazione di un piano industriale serio con date e tempi certi.
4)Inizio delle bonifiche nelle acciaierie per evitare un grave rischio ecologico sanitario per la città di Piombino.

Restituzione alla cittadinanza piombinese delle zone dello stabilimento non utilizzate per la riqualificazione e diversificazione industriale/artigiane.
5)Salvaguardia dei quasi 2000 lavoratori e un piano per il lavoro. 

Siamo sempre in STATO DI EMERGENZA? Quindi si deve agire in emergenza, qui in Piombino e nella val di Cornia ci sono più 2000 lavoratori diretti e indiretti che rischiano di perdere il lavoro.
Tutti questi miliardi dati dall’Europa per la crisi covid-19 riguarderanno anche Piombino? Noi siamo l’unico stabilimento italiano che fa rotaie ad alta velocità, Conte ha detto “investimenti e creazione di nuove linee ad alta velocità in Italia”, dove verranno prese queste rotaie se Piombino sarà fermo? Si vuole arricchire altri paesi a discapito dei lavoratori italiani? Sarà bene che qualcuno si sveglia prima che sia troppo tardi, o vogliamo far morire Piombino e la sua industria? Noi lavoratori non staremo con le mani in mano ci faremo sentire! 

USB PIOMBINO LAVORO PRIVATO

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Barbara Noferi

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