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Le 10 strategie della manipolazione mediatica secondo Noam Chomsky

Avram Noam Chomsky è un linguista statunitense, fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, le cui ripercussioni sono state profonde non solo nella linguistica, ma anche nel campo della psicologia e nella metodologia della scienza.

Pubblicato il 23 Gennaio, 2022

Avram Noam Chomsky è un linguista statunitense, fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, le cui ripercussioni sono state profonde non solo nella linguistica, ma anche nel campo della psicologia e nella metodologia della scienza. Lo scienziato americano ha sviluppato nuove vie della teoria formale dei linguaggi, una branca della matematica moderna. A partire dagli anni ’60, l’attivismo di Chomsky lo ha portato a partecipare a numerosi incontri e dibattiti su molti e diversi temi sociali e ,grazie al suo notevole impegno politico e sociale, Chomsky si è affermato anche come intellettuale anarchico. Si è impegnato in numerose campagne pacifiste.

Primo. La strategia della distrazione. Consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti attraverso un fiume di informazioni irrilevanti.“ Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

Secondo. Creare problemi e poi offrire le soluzioni. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Non occorrono esempi, stiamo già pensando tutti alla stessa cosa.

Terzo. La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, lentamente ma continuamente. Si pensi al nuovo modello neoliberista imposto durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari scollati dalla realtà, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

Quarto. La strategia del differire. Far accettare una decisione impopolare è quella presentandola come “dolorosa e inevitabile”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato.

Quinto. Rivolgersi al pubblico come ai bambini“. Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (Rif. “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

Sesto. Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione. Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo.

Settimo. Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità“. La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia, e rimanga, impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

Ottavo. Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che è la cosa più comune essere mediocri e volare basso.

Nono. Il Senso di colpa. Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione.

Decimo. Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che può esercitare un controllo maggiore di quello che lo stesso individuo eserciti su sé stesso. Cosa c’entra tutto ciò con gli scenari economici? L’economia non si fa entro compartimenti stagni. La maggior parte delle politiche economiche vengono applicate in un contesto sociale, il quale, se opportunamente influenzato, può far si che quelle stesse politiche abbiano effetti predeterminati. Il modello economico neoliberista non avrebbe mai potuto essere applicato alla maggior parte delle società occidentali senza un uso strumentalmente “chirurgico” dei mezzi di comunicazione di massa.

Foto: uno scatto dello scienziato dal suo profilo facebook

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