Due tribunali russi hanno condannato il colosso web americano Meta (ex Facebook) e il social network cinese TikTok per non aver cancellato contenuti definiti come espressione di “propaganda Lgbt”. Le grandi aziende digitali vengono regolarmente multate in Russia per non aver cancellato post, immagini o video ritenuti pericolosi per i minori o contrari alla linea del Cremlino.
La prima condanna è arrivata dal tribunale di Taganskij, distretto centrale di Mosca, che ha multato Meta, la società Usa che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp. Il gruppo fondato da Mark Zuckerberg dovrà pagare quattro milioni di rubli (circa 50.200 euro, secondo l’attuale tasso di cambio) per non aver cancellato i contenuti di “propaganda Lgbt”, ha riportato l’agenzia di stampa russa Interfax. Tuttavia, non è stato specificato il messaggio veicolato sulle app di Meta. Alcune di queste, a partire da Facebook e Instagram, sono state bandite dalla Russia per “estremismo” durante le prime settimane di guerra.
La condanna troverebbe una base legale nella legge del 2013 con la quale la Russia ha messo al bando la “propaganda” omosessuale tra i minori. Una fattispecie di reato molto ampia che, tra le altre cose, vieta anche le marce dell’orgoglio gay e l’esposizione di bandiere arcobaleno.
Per motivi analoghi, un altro tribunale di Mosca ha condannato nelle ultime ore la piattaforma TikTok, il social network di proprietà del gruppo cinese ByteDance, al pagamento di una multa di due milioni di rubli.
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