Così Tiziana Deserto.
La condanna venne definitivamente confermata dalla Cassazione il 17 maggio del 2012, anche per concorso nella violenza sessuale subita dalla piccola. Addebiti ai quali Deserto si è sempre proclamata estranea.
Secondo la ricostruzione accusatoria, la donna gli affidò la figlia dopo essersi innamorata di lui.
“Io sono innocente – ha detto la donna – sono stata condannata per dei pregiudizi nei miei confronti. Cercavano un capro espiatorio. Mia figlia conosce la verità, lei sa tutto. Sa quanto l’ho amata e quanto la amo. Il mio pensiero è fisso su mia figlia Maria. Adesso che sono libera farò del tutto per riportarla al cimitero di Torre Santa Susanna da quello dove è stata tumulata. Provo rabbia e rancore, perché è stato rubato il suo futuro”.
La donna ha spiegato di essere ancora nella comunità dove ha scontato gli arresti domiciliari: “Alla fine di questa settimana, al massimo all’inizio della prossima mi trasferirò a Brindisi, in una più grande, con un servizio sanitario all’interno. Ripartirò da lì, sempre con la mia Maria nel cuore. Vorrei fare la commessa in un negozio di abbigliamento o di scarpe. Sì, nel settore della moda mi vedrei bene”.
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