Pubblicato il 15 Maggio 2024
Era il mese di aprile 2023 quando Donatella Di Cesare, professoressa di filosofia dell’università La Sapienza di Roma, utilizzò parole molto forti durante la trasmissione DiMartedì in onda su La7 contro il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, recentemente salito agli onori della cronaca per uno scivolone dopo una frase sulla siccità.
Le parole della Di Cesare contro Lollobrigida
Per la precisione la Di Cesare etichettò Lollobrigida come un “governatore neohitleriano” e per quelle parole fu rinviata a giudizio con l’accusa di diffamazione. Oggi però il giudice monocratico di Roma ha di fatto prosciolto la professoressa, dichiarando il non luogo a procedere poiché “il fatto non costituisce reato”.
Quelle parole furono dette dopo la frase choc di Lollobrigida, che parlò della necessità di incentivare la natalità in Italia per bloccare quella che secondo lui era una vera e propria sostituzione etnica, facendo riferimento ai tanti immigrati giunti nello Stivale. Quella frase generò un vespaio di polemiche, come la vignetta satirica de Il Fatto Quotidiano che ritraeva Arianna Meloni, sorella della premier e moglie di Lollobrigida, a letto con un uomo di colore.
La Di Cesare, ospite alla trasmissione DiMartedì, fu invitata ad esprimere un parere sulle parole di Lollobrigida e disse che il nazismo è stato un progetto di rimodellamento etnico del popolo, aggiungendo che il mito complottistico della sostituzione etnica è nelle pagine del Mein Kampf di Hitler.
“Credo che le parole del ministro non possono essere prese per uno scivolone – precisò la professoressa – perché ha parlato da Gauleiter, da governatore neohitleriano”. Per quelle parole la Di Cesare fu querelata per diffamazione, accuse che però sono cadute dopo la dichiarazione del giudice monocratico al non luogo a procedere dal momento che “il fatto non costituisce reato”.

