Pubblicato il 16 Settembre 2023
Lo scrive Grazia Letizia Veronese vedova di Lucio Battisti in una lettera aperta a Mogol ”ragionier Giulio Rapetti, imprenditore, in arte Mogol, paroliere”.
”Noto anche che – aggiunge – , in queste occasioni non fai mai alcun cenno alle innumerevoli cause che hai intentato dopo la morte di Lucio: tre gradi di giudizio per una questione di confini, due gradi di giudizio per un risarcimento danni, per perdita di chance: una causa che, visto l’esito, ha costretto in liquidazione le Edizioni Acqua Azzurra. Ed ecco ora, dopo sette anni dalla sentenza del 2016, una nuova identica causa, questa appena nata, ma ancora per perdita di chance“.
“Ti ricordo (fra parentesi) che sono ancora in attesa di una risposta alla lettera che ti ho scritto il 10 giugno del 2020, quando eri Presidente effettivo della Siae. Sono passati tre anni e hai ritenuto di ignorare quella lettera ma, nel frattempo, hai continuato a produrre programmi che hanno al centro Lucio Battisti (che, consentimi il termine, è diventato il tuo passepartout)”.
“A tal proposito – conclude – ti invito a non raccontare più la commovente storia della lettera consegnata di nascosto a Lucio, ora da un’infermiera, ora da un medico, ora da un non meglio identificato professore… Voglio precisare, una volta per tutte, che mio marito in quei giorni lottava per la sua vita, che nessuno ha mai ricevuto una tua lettera, che Lucio in quegli stessi giorni non è stato mai lasciato solo e che non ha mai pianto, tantomeno ricordando la vostra amicizia. Ti rammento che il vostro sodalizio artistico si era interrotto nel lontano 1980. Sono passati ormai 43 anni, Giulio! Senza rancore. Grazia Letizia Veronese Battisti”.