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LUIGI MANGIONE RISCHIA LA PENA DI MORTE: ACCUSE FEDERALI PER L’OMICIDIO DELL’AD DI UNITEDHEALTHCARE

Pubblicato il 18 Aprile 2025

Inasprite le Accuse: Ora anche a Livello Federale

Luigi Mangione, 26enne italo-americano, è ora ufficialmente incriminato anche a livello federale per l’omicidio di Brian Thompson, amministratore delegato della compagnia assicurativa UnitedHealthcare, ucciso a New York lo scorso 4 dicembre.

Le accuse federali comprendono stalking e omicidio con arma da fuoco, un reato per il quale è prevista la pena capitale. Mangione, originario di Baltimora, si era già dichiarato innocente rispetto alle imputazioni mosse dallo Stato di New York, che lo accusa di omicidio di primo grado con finalità di terrorismo, reato che comporta l’ergastolo senza possibilità di riduzione della pena.

Il Peso delle Accuse: Iniezione Letale sul Tavolo

Con le nuove incriminazioni, Mangione si trova ora ad affrontare un doppio processo: statale e federale, e il rischio concreto di una condanna alla pena di morte tramite iniezione letale.

Il procuratore federale ha reso noto che sono state raccolte prove sufficienti per procedere con le accuse più gravi, facendo di questo caso un simbolo del crescente malcontento nei confronti del sistema sanitario statunitense e delle sue strutture dirigenziali.

Politica Divisa: La Ministra USA Spinge per la Condanna Esemplare

La procuratrice generale Pam Bondi, ex ministra della Giustizia sotto Donald Trump, ha già annunciato che chiederà ufficialmente la pena capitale, in linea con “l’agenda presidenziale per combattere il crimine violento e ripristinare la sicurezza negli Stati Uniti”. La mossa riapre la discussione sulla reintroduzione della pena di morte, sospesa a livello federale dalla moratoria firmata da Joe Biden nel 2021.

Pressioni dall’Italia: “Il Governo Intervenga per Salvare un Cittadino Italiano”

In Italia, la vicenda ha riacceso il dibattito politico, soprattutto in relazione alla doppia cittadinanza di Mangione. Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo l’intervento urgente del governo italiano per evitare l’esecuzione.

“La pena di morte è abolita dalla Costituzione del 1948”, ha sottolineato Grimaldi, ricordando che in casi simili il governo italiano ha sempre agito diplomaticamente per salvare i propri cittadini.

Accuse Politiche alla Giustizia Americana

Grimaldi ha inoltre criticato duramente la gestione del caso da parte degli Stati Uniti:
“La richiesta della pena di morte ha una chiara matrice politica e finalità propagandistiche”, ha dichiarato, accusando la ministra Bondi di voler reintrodurre la pena capitale a livello nazionale per ragioni ideologiche.

Il caso Mangione, già delicato sul piano giudiziario, si trasforma così anche in un nodo politico e diplomatico tra Washington e Roma.

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