Se dovessimo dipendere dai puristi della tavola, i tedeschi non sarebbero mai venuti. In realtà la fusion di cucine anche lontane produce risultati eccellenti, come nel caso della catena Löwengrube, invenzione di due italiani, Monica Fantoni e Pietro Nicastro, che hanno aperto 22 locali nel nostro Paese, di cui uno a Civitanova che ha aperto da poco. Il successo è stato immediato anche nelle Marche, specie tra i cultori della qualità.
Sì, perché le materie prime, come nel caso dello stinco reale affumicato o dello speck, sono anche italiane ed eccellenti. La commistione, magari nella griglia, tra salsicce di Norimberga e wurstel con carne nostra ma fatti alla tedesca, funziona.
Non c’è bisogno insomma di andare a un Oktoberfest a Monaco di Baviera per innaffiare splendidi piatti come il filetto glassato alla birra con birre di grande spessore come Franziskaner, Löwenbräu e Spaten, regine mondiali del gusto. Spillatrice, anche a Civitanova, ce ne sono dappertutto.
I locali sono ampi, molto areati e luminosi e questo, in epoche di post-Covid, è un vantaggio non si poco conto (oltre ai prezzi onesti). Gli arredi e le musiche tipiche, poi, rendono ancora più piacevole il viaggio nella cultura enogastronomica dettata da questa fusion, con camerieri in costumi tipici. Pochi avrebbero scommesso, 15 anni fa quando i soci aprirono la prima Löwengrube vicino a Firenze, che un’esperienza in una birreria tedesca fosse tanto gourmet.
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