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Giuseppe Conte

M5S, Crimi e Taverna “tornano” in Parlamento: Conte li assumerà a 70mila euro l’anno

Erano stati esclusi dalla regola vincolante del divieto dei due mandati, sia l’ex reggente del Movimento e la già vicepresidente del Senato che, adesso – come anticipa Repubblica – si preparano a collaborare ai gruppi a Montecitorio e al Senato.

Pubblicato il 13 Novembre, 2022

Erano stati esclusi dalla regola vincolante del divieto dei due mandati, sia l’ex reggente del Movimento e la già vicepresidente del Senato che, adesso – come anticipa Repubblica – si preparano a collaborare ai gruppi a Montecitorio e al Senato.

Sembra proprio che da quando Giuseppe Conte guida il Movimento fondato da Beppe Grillo, una dopo l’altra cadano le regole fondanti che il M5S si era dato sin alla nascita. La motivazione che ne danno i vertici è “non disperdere l’esperienza accumulata” tra le stanze del potere e l’ultima marcia indietro – rispetto ai valori del Movimento – è rappresentata proprio da Vito Crimi e Paola Taverna; per loro, come riporta Repubblica, sarebbe già pronto un contratto da circa 70 mila euro annui nella qualità di collaboratori parlamentari. Lavoreranno rispettivamente per i gruppi pentastellati di Camera e Senato, continuando ad avere quel tesserino che permetterà loro di entrare sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama.

Sono ormai, evidentemente, lontanissimi i tempi in cui Taverna dichiarava, in dialetto romanesco: “Io nun sò politica, sono solo una cittadina. La casta difende i privilegi”. Già, proprio quella casta, che “vuole tenersi il malloppo dei vitalizi, ma noi non molleremo”, come diceva Vito Crimi.

Repubblica scrive che già da settimane, all’interno del partito, si ragionava sulla maniera di come “reimpiegare” i due. Era difficile inquadrarli nella scuola di formazione interna e retribuirli, per un impegno saltuario, con una paga così alta. Anche stipendiarli come dirigenti del partito non avrebbe convinto lo staff di Conte: troppo simile a pratiche da Prima repubblica. E allora, Crimi e Taverna saranno impiegati come collaboratori di Camera e Senato, lavorando e guadagnando per altri cinque anni, grazie alle istituzioni del potere legislativo. L’operazione segue i regolamenti delle due Camere ed è tutta lecita, ovviamente dal punto di vista delle regole e delle leggi in vigore ma, molto discutibile e comunque lontanissima da quelli che erano stati i principi che il M5S si era dato sin dalle prime sue fasi della costituzione. “Apriremo i palazzi del potere come scatolette di tonno”, qualcuno ricorderà, di certo, queste affermazioni che venivano “urlate” dai grillini della prima ora, compresi Vito Crimi e Paola Taverna che, oggi, come sembra, si preparano a rientrare di nuovo nelle “scatolette”.

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