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M5S

M5S: Dibba e Casalino si tirano fuori, Conte attacca sulla trattativa Stato-mafia

Pubblicato il 8 Agosto, 2022

Alessandro Di Battista e Rocco Casalino, portavoce di Giuseppe Conte, non hanno presentato l’autocandidatura per partecipare alle parlamentarie del prossimo 16 agosto.

Si apprende da fonti del Movimento 5 stelle.

Il limite per inoltrare la domanda era segnato per oggi alle ore 14:00 di oggi.

“Raggi tecnicamente rientra nel vincolo del doppio mandato, Alessandro Di Battista non si è iscritto al Movimento, non credo voglia partecipare alle parlamentarie e rientrare nel Movimento, se vorrà farlo ne parleremo”, aveva commentato Conte a Radio Capital, che, sulla possibile candidatura dell’ex procuratore Nazionale Antimafia Cafiero De Raho si è limitato a dire: “Confermeremo quando presenteremo le liste. Le liste sono compito esclusivo del leader politico, ma con Grillo ci sentiamo sempre visto che ha il ruolo di garante”.

Conte su Facebook dice la sua anche su “Queste giornate dominate da balletti elettorali poco decorosi”.

Quelle in cui, secondo il leader M5S, “La notizia del deposito della sentenza di assoluzione della Corte di assise di appello di Palermo sulla trattativa Stato-mafia rischia di passare inosservata”.

“La trattativa di apparati dello Stato con i boss mafiosi c’è stata, osserva la Corte. E risulta ben documentata. Però non risulta che coloro che l’hanno condotta (gli ufficiali del Ros) abbiano ricevuto input politici da esponenti di governo o dalle alte cariche istituzionali”, evidenzia.

“Consideriamo quindi pienamente legittima la coesistenza tra il comportamento di ufficiali dello Stato che con la mafia negoziano in proprio (per lodevoli finalità, s’intende) e la integerrima condotta di magistrati, come Falcone e Borsellino, che con la mafia non sono venuti a patti e per questo ci hanno rimesso la vita?”, aggiunge.

“Come si concilia la pretesa che rivolgiamo a imprenditori e negozianti di assumere un atteggiamento di massimo rigore nei confronti della mafia, senza nessuna concessione al pizzo e alle richieste estorsive, se poi lasciamo liberi singoli ufficiali e funzionari dello Stato di venire a patti con i boss?”, conclude.

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