Pubblicato il 14 Aprile 2025
È stata arrestata Floriana Calcagno, ritenuta una fiancheggiatrice di Matteo Messina Denaro, con l’accusa di averlo aiutato durante gli ultimi periodi della sua latitanza. Gli investigatori del Servizio Centrale Operativo e del Ros, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Calcagno, indagata, in concorso, per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena aggravati dall’essere stati commessi al fine di avvantaggiare l’associazione mafiosa Cosa Nostra.
Chi è Floriana Calcagno
Come riporta l’Ansa, Floriana Calcagno è un’insegnante nipote boss Luppino. Ai Pm aveva detto: “Non sapevo chi fosse”.
Floriana Calcagno, la donna arrestata oggi, 14 aprile, accusata di aver aiutato Matteo Messina Denaro durante la latitanza, è un’insegnante ed è la nipote del capomafia Francesco Luppino.
Il marito, Paolo De Santo, è finito in prigione per il favoreggiamento di un altro mafioso: Calogero John Luppino.
Calcagno si presentò in Procura spontaneamente il 21 gennaio del 2023, a soli 5 giorni dall’arresto di Messina Denaro.
Al procuratore aggiunto Paolo Guido, che aveva coordinato l’indagine condotta dai carabinieri del Ros, che ha portato alla cattura del capomafia, raccontò di aver scoperto solo allora chi fosse l’uomo che per mesi aveva frequentato e con cui aveva avuto una relazione, sostenendo che a lei si era presentato col nome di Francesco Salsi e che le aveva detto di essere un anestesista in pensione.
I due, sempre nel racconto di Calcagno, si sarebbero conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello di Mazara.
La donna, allora non indagata, raccontò che, dopo averlo rivisto in un paio di occasioni, sempre al supermercato e vicino alla scuola in cui lavorava, aveva iniziato una relazione con Messina Denaro che le aveva rivelato di essere malato di tumore e di stare affrontando le terapie. Ai pm la Calcagno disse che in quel periodo viveva una crisi personale e coniugale, di essere andata una sola volta, nell’autunno del 2022, a casa dell’amante e di averlo poi sentito solo tramite messaggi e telefonate. Ma, secondo gli inquirenti, il ruolo di Calcagno negli ultimi due anni di latitanza del boss sarebbe stato ben altro.
A Calcagno i magistrati – il procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i pm Piero Padova e Gianluca De Leo – contestano, tra l’altro, di aver assicurato a Matteo Messina Denaro “sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale, nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani e di avergli assicurato, attraverso un sistema di staffetta e di scorta con la propria vettura, la possibilità di spostarsi da un comune all’altro in modo riservato”. Fonte Ansa