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fidanzata

Maltrattamenti in famiglia. Picchia la compagna e per non far vedere le ferite la tiene segregata in casa per 40 giorni

Pubblicato il 3 Maggio, 2022

Dopo i tanti episodi di cui vi abbiamo raccontato nelle settimane scorse, ancora un’inquietante vicenda di maltrattamenti in famiglia nel Salento. Un uomo è stato condannato a sei anni e mezzo e si dovrà difendere dalle gravissime accuse di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, lesioni personali aggravate, tentata violenza sessuale e detenzione di arma comune da sparo. Sono queste le accuse che sono piombate sul capo di L.M., 26enne di Carmiano che, al culmine dell’ennesima lite con la sua ex compagna e convivente, è stato arrestato e condotto in carcere. Nei suoi confronti sono state disposte anche una serie di pene accessorie come l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e quella in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente la curatela e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado; la revoca della potestà genitoriale ed una provvisionale immediatamente esecutiva di 10mila euro in favore della parte civile.

Maltrattamenti in famiglia, i fatti

giudice del lavoro

Gli episodi di maltrattamenti in famiglia si sarebbero protratti per un lungo periodo ai danni della convivente ed ex compagna dell’uomo. Quest’ultimo avrebbe costretto la donna a vivere in condizioni pessime e facendole passare dei lunghi momenti di vero e proprio inferno. Secondo l’accusa, l’episodio più grave sarebbe avvenuto dopo l’ennesima aggressione e l’ennesima volta che il 26enne picchiò la compagna. L’arrestato, per evitare che altre persone potessero vedere le ferite che lui avrebbe provocato alla vittima, soprattutto al volto completamente tumefatto, l’avrebbe costretta a non uscire e l’avrebbe segregata per 40 giorni in casa. L’uomo, infine, poco prima del suo arresto avrebbe tentato di avere un rapporto sessuale con la donna che, però, si è opposta ed ha respinto le volontà del suo ex compagno. La vittima, nell’ultimo periodo, è stata anche aiutata e supportata dal centro antiviolenza Renata Fonte di Lecce.

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