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Marano celebra Salvatore Nuvoletta, il carabiniere ucciso 39 anni fa dalla camorra per fare da scudo umano ad un bambino

Pubblicato il 3 Luglio 2021

“Beato un popolo che non ha bisogno di eroi”– diceva Bertold Brecht. Eppure tutti i popoli hanno bisogno di eroi da prendere come esempio nell’eterna battaglia tra il bene ed il mare.

Ebbene Marano non dimentica i suoi eroi, in particolare non dimentica Salvatore Nuvoletta, eroico carabiniere ucciso fa il 2 luglio di 39 anni fa. In suo onore è stata celebrata questa mattina una messa nella chiesa di Maria Santissima della Cintura e della Consolazione a Marano.

Il militare stava giocando con un bambino e, quando capì di essere nel mirino dei sicari, non esitò a fare da scudo al piccolo permettendogli di scappare.

Pochi giorni prima della sua morte il militare, parlando con la madre, disse: “So di dover morire, me lo hanno detto ma non ho paura, io sono un Carabiniere!”.

Messa svolta a Marano in presenza delle principali istituzioni

Ad officiare la cerimonia che ha ripercorso la vita del militare allora in servizio presso la Stazione di Casal di Principe, Don Tonino Palmese, in presenza del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli Generale di Brigata Canio Giuseppe La Gala, del Maggiore Lo Conte e del Luogotenente Firetto, rispettivamente Comandanti della Compagnia e della Stazione di Marano, del Commissario Straordinario del Comune di Marano Dott.ssa Gerardina Basilicata, di insegnanti e studenti di alcuni Istituti scolastici della città, dei familiari del Carabiniere e di associazioni Carabinieri attive nel comune di Marano e in quelli limitrofi.

Le parole del Generale La Gala

Al termine della celebrazione eucaristica, il Generale La Gala ha voluto ricordare Salvatore Nuvoletta, parlando di “memoria” a giovani e adulti: “Memoria è libertà di scegliere da quale parte stare, libertà è sinonimo di responsabilità!”.

“Una società senza memoria non ha futuro“. – ha esordito il Comandante Provinciale di Napoli – “È nostro dovere ripercorrere il passato come spunto per il futuro; infatti, Memoria non è solo testimonianza, bensì volontà di cambiamento. Il ricordo serve per attivare una serie di iniziative ed evitare che possano risuccedere le tragedie del passato. Dobbiamo farlo con coscienza, con le nostre azioni quotidiane. Qui vedo alcuni insegnanti che hanno portato il ricordo del Carabiniere Salvatore Nuvoletta nelle scuole nell’ambito della promozione della legalità. E l’Arma dei Carabinieri sta investendo molto sui giovani, promuovendo la cultura della legalità nelle scuole. Lo abbiamo fatto anche ricorrendo alla Didattica a Distanza, con l’intento di piantare nelle nuove generazioni il seme della legalità, del giusto. Fare in modo che si prenda coscienza del proprio ruolo determinante nella società civile.

Essere qui oggi per ricordare l’omicidio del carabiniere Salvatore Nuvoletta significa, come ha ricordato anche Don Tonino Palmese durante la sua Omelia, scegliere liberamente da quale parte stare. La libertà va pertanto associata alla responsabilità delle scelte di vita e non di fare ciò che si vuole senza rispetto delle regole. È questo ciò che cerchiamo di insegnare ai giovani ragazzi nelle scuole!

Inoltre, libertà non significa chiudere la finestra di casa dopo aver assistito alla commissione di un reato pensando di essere liberi di non denunciare. Libertà invece significa sentirsi responsabili di ciò che si è visto per riferire subito alle forze di polizia e consentire l’individuazione degli autori di un reato. Libertà significa essere cittadini responsabili nel denunciare tutto ciò che non corrisponde al rispetto delle regole“.

Dopo la Santa Messa, è stata deposta una corona di alloro presso la tomba che custodisce le spoglie di Salvatore Nuvoletta.