A quanto pare, Wallace aveva ragione, soltanto che lo scopo sarebbe un altro, e non meno raccapricciante. Secondo quanto pubblicato su Telegram dal Comune di Mariupol, e diffuso dall’agenzia di stampa ucraina Unian, i soldati russi hanno allestito crematori mobili per bruciare i corpi degli abitanti uccisi e coprire le tracce dei crimini contro i civili. Testimoni oculari hanno detto che l’esercito di Mosca ha reclutato “terroristi locali” e di Donetsk in forze speciali per raccogliere e bruciare i corpi, cioè lasciando il lavoro sporco ai “collaboratori”: “I russi hanno trasformato Mariupol in un campo di sterminio. L’analogia sta guadagnando terreno. Questa non è più la Cecenia o Aleppo: è la nuova Auschwitz”.
A proposito di orrori, secondo quanto ha affermato alla Bbc un alto funzionario ucraino, venticinque ragazze hanno raccontato di essere state violentate dalle forze russe a Bucha. Lyudmyla Denisova, commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino, ha affermato che un numero gratuito attivato per offrire supporto alle vittime di violenza sessuale ha ricevuto almeno 25 denunce di stupro di ragazze di età compresa tra i 14 e i 24 anni.
“Le violenze sono avvenute un mese fa. Continueremo a documentare questi terribili crimini e ogni criminale sarà punito”, ha detto Denisova mentre Mosca nega di aver compiuto atrocità a Bucha.
Ma non basta. “Dal 28 febbraio, dopo i primi giorni dell’occupazione militare russa a Gostomel, abbiamo cominciato a raccogliere le liste delle persone scomparse – ha detto il sindaco facente funzioni della città di Gostomel, Taras Dumenko, che sostituisce il primo cittadino ucciso durante l’occupazione, all’inviato dell’Ansa – Finora ne abbiamo contate oltre 400: si tratta di concittadini con cui non riusciamo a stabilire alcun contatto. Tra questi, ci sono finora anche una quindicina di bambini. Altri quindici civili, a quanto ci risulta da fonti investigative, sono stati rapiti”.
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