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Ucraina

Ucraina, i crematori mobili dei russi: il video diffuso dal ministero della Difesa britannico

Pubblicato il 24 Febbraio, 2022

Quel che rivela Ben Wallace è a dir poco raccapricciante. Secondo il Segretario alla Difesa della Gran Bretagna i russi hanno organizzato delle unità di crematori mobili da utilizzare durante la guerra avviata in Ucraina.

Il ministero della Difesa britannico ha diffuso video di un crematorio montato su un veicolo da utilizzare eventualmente per “bruciare un corpo umano alla volta“. Nelle immagini il testo in cirillico sovrapposto dettaglia che l’attrezzatura, creata appositamente per la distruzione di rifiuti biologici pericolosi, proviene da una società di San Pietroburgo chiamata Tourmaline. La denominazione dell’azienda sul proprio sito web è invece “The Russian Incenerator Company”.

Wallace spiega che l’uso di un tale sistema potrebbe essere un modo per il Cremlino di “coprire eventuali perdite future in combattimento”, temendo che si ripetano le critiche in patria che il governo russo aveva subito quando aveva invaso per la prima volta l’Ucraina nel 2014.

“È un modo molto agghiacciante di come i russi vedono le loro forze”, ha spiegato il Segretario Wallace che dice che questo è “probabilmente tutto ciò di cui si ha bisogno per conoscere il regime russo“.

Durante la guerra del 2014 media locali e internazionali, gruppi e attivisti per i diritti umani riferirono che i soldati russi venivano seppelliti in tombe anonime nel tentativo di nascondere il fatto che stavano operando all’interno dell’Ucraina.

Gruppi di protesta, molti formati da madri di soldati scomparsi e morti, sono sorti in tutta la Russia, in particolare a Mosca. Uno di questi gruppi, il Comitato delle madri dei soldati, ha accusato Vladimir Putin di aver violato il diritto internazionale e, secondo quanto riporta il Washington Post, ha affermato che “i comandanti militari russi hanno costretto i soldati a combattere illegalmente in Ucraina mentre le madri ricevono le bare con i loro figli, in modo anonimo“.

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