Pubblicato il 4 Luglio 2025
Operazione della Guardia di Finanza su richiesta della Procura di Messina
La Guardia di Finanza di Messina, su disposizione della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, ha eseguito un imponente sequestro patrimoniale nei confronti di due soggetti ritenuti socialmente pericolosi, in base al Codice Antimafia. Il provvedimento è nato da una richiesta della Procura Distrettuale della Repubblica di Messina.
Indagini su un ex avvocato e un legale attivo nel messinese
Il sequestro è il risultato di approfondite indagini patrimoniali che hanno riguardato:
- Un ex avvocato originario di Messina, attualmente affidato ai servizi sociali
- Un avvocato proveniente dalla provincia di Vibo Valentia, ma operante nel comprensorio peloritano
L’ex legale messinese, già coinvolto in diverse attività investigative, è risultato essere un soggetto di spicco nel supporto alla criminalità organizzata, offrendo per anni le sue competenze a vantaggio delle cosche.
Illeciti e incongruenze patrimoniali
Le indagini hanno dimostrato l’incompatibilità tra i beni posseduti dai soggetti (direttamente o indirettamente) e i redditi dichiarati negli anni. Si presume quindi che il patrimonio sequestrato sia frutto di attività illecite.
Collegamenti con “Cosa Nostra” e il clan Santapaola-Ercolano
Il quadro di pericolosità sociale è stato definito grazie agli elementi emersi dall’indagine “BETA” del 2013, che ha evidenziato il coinvolgimento dell’ex avvocato nel reato di concorso esterno in associazione mafiosa, per aver:
- Fornito supporto tecnico-legale continuativo al clan
- Partecipato direttamente ad alcuni reati
- Creato strutture societarie fittizie per eludere misure patrimoniali
Nuovi elementi dall’operazione “DEFAULT”
Ulteriori riscontri sono arrivati dalla più recente indagine “DEFAULT” del 2019, che ha svelato l’esistenza di un’associazione criminale composta da professionisti, tra cui i destinatari dell’attuale sequestro, che si dedicava a:
- Bancarotta fraudolenta
- Sottrazione al pagamento di imposte
- Riciclaggio e auto-riciclaggio
- Falsi ideologici in atti pubblici
- Appropriazione indebita
L’obiettivo era tutelare illecitamente patrimoni societari di imprenditori in difficoltà, danneggiando fisco e creditori.
Beni sequestrati per un valore stimato di 30 milioni di euro
Il provvedimento ha portato al sequestro di:
- 7 compendi aziendali
- 1 partecipazione societaria
- 1 polizza assicurativa
- 1 conto corrente
- 49 immobili, tra cui beni di pregio
- 1 motociclo
Il valore complessivo stimato è di circa 30 milioni di euro.
Tra i beni, anche un podere storico in Toscana
Tra i beni di maggior rilievo figura un antico podere nobiliare toscano, composto da:
- Una casa colonica
- Una cappella sconsacrata che potrebbe coincidere con un’antica rocca medievale, risalente al 1200
Secondo ricerche storiche, l’edificio sarebbe appartenuto alla famiglia Chigi, che vi costruì anche la chiesa di San Bartolomeo, a navata unica.
La lotta alla criminalità economica continua
Questa operazione conferma l’impegno della Procura Distrettuale Antimafia di Messina, della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, e della Guardia di Finanza, nel:
“Colpire i patrimoni accumulati illecitamente dalle organizzazioni criminali”, sfruttando tutti gli strumenti offerti dalla normativa antimafia italiana.
Garanzie costituzionali e iter giudiziario
Ai fini del diritto di cronaca, si precisa che il provvedimento di sequestro può:
- Essere impugnato
- Essere modificato o annullato
- Concludersi con l’esclusione di responsabilità e la restituzione dei beni agli aventi diritto
Il tutto nel rispetto del contraddittorio tra accusa e difesa, davanti a un giudice terzo e imparziale.