Inammissibilità del ricorso e condanna alle spese: è questa la formula con cui la Corte di Cassazione ha respinto in ultima istanza il tentativo di Salvatore “Turi” Mammino e di Mariapiera Pesce – noti pregiudicati della scena criminale milanese – di contestare i provvedimenti di confisca adottati nei loro confronti nel 2019, a seguito delle indagini patrimoniali svolte dai poliziotti dalla Divisione Anticrimine della Questura di Milano.
Confermati in ogni grado di giudizio, i due provvedimenti di confisca sono ora divenuti definitivi, consentendo la restituzione alla collettività di beni del valore complessivo di quasi due milioni di euro, comprensivi di tre ville di rilevanti dimensioni – con le relative pertinenze – di quattro terreni, di beni preziosi, dei saldi di tre diversi conti correnti.
Mariapiera Pesce è nota per aver consumato numerosi furti in diverse gioiellerie del “Quadrilatero della Moda” – per i quali ha guadagnato l’appellativo di “maga dei Rolex” – sottraendo orologi e monili preziosi del valore di decine di migliaia di euro.
Salvatore Mammino, conosciuto anche con il soprannome di “Turi”, annovera plurimi precedenti per gravi reati tra cui omicidio, lesioni, droga, minacce, incendio doloso, esplosioni pericolose, evasione, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da guerra. L’uomo ha intessuto in passato legami con esponenti criminali di Quarto Oggiaro, partecipando a diverse rapine a mano armata in danno di istituti bancari.
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