Sarà come viaggiare a bordo di una pallottola. Così è stato detto a Elon Musk, quando l’imprenditore sudafricano ha ipotizzato la tecnologia Hyperloop nel 2014 prendendo spunto dai treni Maglev che viaggiano in Cina e Giappone. Il trasporto su terra non è più fantascienza grazie anche al contributo italiano.
Quello di Paolo Barletta, lo stesso investitore della app salta-code uFirst e del marchio di Chiara Ferragni, che con Alchimia è l’unico socio in Europa di Virgin Hyperloop.
Il progetto è così complesso da necessitare dei migliori partner tecnologici come Leonardo, che sta lavorando sull’ingegnerizzazione delle capsule.
“Le prime tratte in Italia le vogliamo realizzare assieme a Ferrovie” spiega l’imprenditore romano di 34 anni.
Servono competenze d’eccellenza, ma anche tanti soldi: è stato calcolato che per costruire un chilometro di infrastruttura Hyperloop ci vogliono intorno ai 60 milioni di euro. Ma in Italia arriverà, e il nostro sarà tra i primi Paesi al mondo.
Si “parte” con tratte brevi. Previste per il 2030 Milano-Malpensa e Roma-Fiumicino da percorrere in meno di 2 minuti. Poi il progetto è costruire una grande metropolitana del Nord, un sistema di tubi che vada da Torino a Venezia con fermate intermedie.
Infine, il collegamento italiano per eccellenza, Milano-Roma in meno di 30 minuti con costi per il passeggero a metà tra i 70 euro del treno e i 140 dell’aereo.
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